Anna Frank e il diario segreto, la recensione

Al cinema dal 29 settembre con Lucky Red

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Anna Frank e il diario segreto

Dopo la candidatura all’Oscar come miglior film internazionale per Valzer con Bashir (2009), il regista israeliano Ari Folman, vincitore di un EFA per The Congress (2013), porta al cinema Anna Frank e il diario segreto, film d’animazione, presentato fuori concorso al Festival di Cannes e accolto con grande favore dal pubblico e dalla critica, al cinema dal 29 settembre con Lucky Red.

Inizialmente riluttante all’idea di proporre nuovamente una storia e un personaggio come quello di Anna Frank, di cui è già stato detto molto, Folman si è lasciato convincere a realizzare questo film per un motivo personale e grazie all’estrema libertà concessagli in fase di realizzazione.

Il motivo personale è nato dalla madre, ebrea osservante, che, nonostante l’età, gli ha promesso che sarebbe rimasta in vita per vedere la premiere del film del figlio su Anna Frank. Motivo per cui – scherza Folman – ci sono voluti 8 anni per realizzarlo. Il progetto è poi diventato ancora più personale per il regista quando questi, in fase di lavorazione, ha scoperto che i suoi genitori erano sullo stesso treno che condusse Anna Frank all’ultima sua tappa nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove la giovane ragazza scomparve.

Erano tre le premesse indispensabili a Folman per realizzare questo film. In primo luogo, il regista desiderava che fosse indirizzato ad un pubblico giovane e che avesse delle caratteristiche narrative e di colore adatte a dei bambini. Un altro obiettivo del regista era quello di poter raccontare gli ultimi sette mesi di vita di Anna Frank, di cui raramente si parla. Sette mesi drammatici e dolorosi, descritti da suo padre, Otto, che chiariscono il tragico destino della ragazza.

Infine, Folman voleva che ci fosse un collegamento tra il passato e il presente.
Pur non volendo instaurare un paragonare tra l’Olocausto e la condizione dei rifugiati dei nostri giorni, con questo racconto il regista pone le basi per una riflessione accorata anche sulla situazione dei bambini immigrati di oggi.

In Anna Frank e il diario segreto la protagonista della storia è proprio Kitty, l’amica immaginaria a cui la ragazza si rivolgeva nello scrivere le pagine intime di quei due anni in cui dovette restare reclusa con la sua famiglia in una soffitta per sfuggire alla persecuzione nazista.

Foleman, affiancato dalla disegnatrice Lena Guberman, immagina che Kitty magicamente, dopo 75 anni dalla scomparsa di Anna, prenda vita. Fatta di inchiostro e colore, la graziosa ragazza rivive attraverso le pagine del diario gli ultimi anni di vita di Anna nella piccola stanza in cui è costretta a stare nascosta.

Ignara che la sua autrice e amica sia scomparsa ormai da lungo tempo, Kitty decide di seguire le tracce di Anna e intraprende una febbrile ricerca attraverso l’Europa di oggi. Con l’aiuto del suo amico Peter, che gestisce un centro di accoglienza segreto per rifugiati clandestini, Kitty arriva a scoprire tutta la storia della ragazza fino alla sua tragica morte e si sacrifica per offrire uno spiraglio di speranza e salvezza agli immigrati che ha conosciuto.

Anna Frank e il diario segreto è un racconto delicato e avvincente che ripropone in chiave più moderna e accessibile una storia che forse oggi rischia di essere percepita come polverosa dai più giovani.

La prospettiva di Kitty è originale e fresca. La grafica, meno cupa di quella assaporata in Valzer con Bashir, è colorata, fluida e morbida e il racconto procede con ritmo tra passato e presente, attraverso anche una rilettura simbolica che rende gli eventi storici maggiormente comprensibili.

Folman dimostra di aver saputo mischiare con sapienza sogni, desideri e immaginario del presente con le istanze di un racconto nato in un passato che sembra ormai molto lontano. Nel corso del racconto, Kitty diventa presto una giovane ragazza dei giorni nostri che, con profonda passione, non solo ripercorre l’esperienza della sua amica Anna, le sue emozioni, riflessioni e speranze, ma anche si avvicina alla dolorosa realtà dei rifugiati moderni con entusiasmo e calore.

RASSEGNA PANORAMICA
voto
anna-frank-e-il-diario-segreto-la-recensioneDopo la candidatura all’Oscar come miglior film internazionale per Valzer con Bashir (2009), il regista israeliano Ari Folman, vincitore di un EFA per The Congress (2013), porta al cinema Anna Frank e il diario segreto, film d’animazione, presentato fuori concorso al Festival di Cannes...