Bif&st 2021 – L’incontro con Marco Bellocchio e Paolo Virzì

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Umanità, ironia e un pizzico di lucida follia. Sono gli ingredienti con cui è stato condito l’incontro avvenuto ieri a Bari tra Marco Bellocchio e Paolo Virzì, ospiti della rassegna che nell’ambito del Bif&st 2021 omaggia il ventennale della 01 Distribution. Per ognuno dei due registi, protagonisti della retrospettiva dedicata a Rai Cinema, è stata scelta una pellicola significativa da proiettare al Bari International Film Festival: Vincere nel caso di Bellocchio e Il capitale umano per Virzì.

In serata il regista piacentino ha anche ricevuto per Marx può aspettare il Premio speciale della giuria dei critici per l’eccezionalità dell’impresa cinematograficaNel docu-film, cominciato nel 2016 e terminato nel 2020, racconta la sua famiglia e in particolare analizza la figura di Camillo, suo gemello morto suicida nel 1968. “Confesso di aver compreso poco alla volta – ha svelato Bellocchioche quel tipo di film mi obbligava, per avere una sua originalità, a non stare dietro la telecamera, ma davanti. Non ho l’illusione poetica di parlare al mio fragile gemello, che non so dove sia, ma mi rivolgo ai viventi. Era la mia ultima occasione per fare i conti con qualcosa rimasto nascosto – ha rivelato – ed un modo per rendere visibile chi è rimasto schiacciato dal male di vivere“. Nonostante lui sia una persona radicalmente laica, tanto da pensare l’uomo solo e perduto sulla Terra, ha in dote la poesia nell’osservare la vera natura umana.

Durante il confronto, la simpatia travolgente dell’ “istrionico” Virzì, che ha contagiato il pubblico presente, si è ben conciliata con l’apparente seriosità di un poeta anticonformista come Bellocchio. Personalità opposte, che però risultano affini nel sondare la psicologia umana. Tanti gli aneddoti sul passato e poche parole sui lavori in uscita. Marco Bellocchio, che solitamente rivisita la storia del Paese, sta preparando “Esterno notte”, una serie per la Rai su Aldo Moro, a distanza di diciotto anni da Buongiorno Notte, in cui per la prima volta tratteggiò il rapimento dello statista democristiano. Di contro, il cinema di Paolo Virzì, che terrà oggi al Teatro Petruzzelli una master class insieme a Helen Mirren, protagonista del film “Ella & John”, da lui diretto nel 2017, racconta i cambiamenti sociali, psicologici e antropologici attraverso il linguaggio della commedia.

“I riflessi della società sulle persone nelle varie epoche sono solo la buccia dei film – ha spiegato il regista toscano. “Alla fine ciò che mi interessa della galleria dei miei personaggi è il profilo psicopatologico. Non vorrei essere definito erede della commedia italiana, ma erede di Bellocchio, perché ha affrontato meglio di tutti il tema della psichiatria e dell’antipsichiatria. È questo il modo di guardare la vita che più mi sta a cuore. C’è un libro di Jung, dal titolo Casi clinici, in cui ogni pagina è un soggetto cinematografico”. Casi che vengono ben delineati nel suo ultimo film Siccità, in post-produzione, ambientato in una Roma dove la mancanza prolungata di acqua altera le menti. “Non è possibile esaurire l’argomento, perché le follie umane sono tante quante sono le persone – ha detto sorridendo – infatti non credo nelle diagnosi. Ognuno di noi non è una sindrome, ma è una storia. Siamo la narrazione delle nostre difficoltà. Basaglia diceva che Nessuno è normale visto da vicino”.

Mariangela Pollonio