Billy è l’opera prima di Emilia Mazzacurati con Matteo Oscar Giuggioli, Carla Signoris, Giuseppe Battiston e con Alessandro Gassmann. Presentato in anteprima assoluta come evento di chiusura del 41° Bellaria Film Festival lo scorso 14 maggio, il film è al cinema dal 1° giugno con Parthenos.
IL FATTO
Billy ha 19 anni ed è stato un bambino prodigio un decennio prima, quando ha inventato e condotto un podcast di musica di successo. Oggi vive con l’eccentrica madre Regina nella periferia del nordest, è segretamente innamorato di una sua vicina di casa, frequenta solo bambini fra gli 8 e i 12 anni e non sa cosa fare della sua vita. Finché non incontra il suo idolo d’infanzia, Zippo, un rocker scomparso da anni. Le loro similitudini li porteranno a trovare un modo per affrontare la vita. Ma non sempre quello che abbiamo tanto desiderato poi va come vorremmo.
L’OPINIONE
Al suo esordio in un lungometraggio Emilia Mazzacurati si muove al confine tra reale e surreale immaginando un mondo per il quale si prova nostalgia anche senza averlo vissuto, popolato da creature fragili e gentili, affamate d’amore e d’amicizia, alla ricerca di rapporti autentici e legami forti, immerse in un paesaggio che diventa personaggio, confuso e disgregato, ma osservato con molto affetto per coglierne comunque la bellezza.
È il suo primo film, ma Emilia dimostra di avere già uno sguardo molto personale su quello che la circonda, capace di trascendere il dato reale per arrivare a una poesia fatta di piccoli gesti goffi, sguardi curiosi, movimenti imprevisti, emozioni palpabili, tra piccole e stralunate storie quotidiane che si scoprono speciali.
Se il racconto non è sempre perfettamente fluido, i personaggi sono tratteggiati in modo efficace e, soprattutto, la giovane regista non ha paura di sperimentare, rompere qualche schema narrativo e mettersi in gioco nella direzione di attori come Gassmann, Signoris e Battiston. Suo padre Carlo sarebbe molto fiero di lei.
Se vi è piaciuto Billy guardate anche…
Il film di esordio di Carlo Mazzacurati, Notte italiana, che già rivela tutta la coerenza etica ed estetica del regista padovano scomparso nove anni fa.
