Bruce Lee, fu l’iponatremia a causarne la morte secondo una nuova teoria

L'ipotesi spiegata dagli scienziati del Clinical Kidney Journal

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Bruce Lee

Era il 20 luglio 1973 quando Bruce Lee fu colto da una strana emicrania che lo costrinse a un sonno dal quale non si risvegliò mai più, e ancora oggi le ipotesi sulla sua fine non ne hanno ancora chiarito le cause. Come sembrano convinti di esser riusciti a fare gli scienziati del Clinical Kidney Journal che in un nuovo articolo identificano nell’iponatremia la causa della morte del leggendario attore e campione di Jeet Kune Do.

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Definita come “un disturbo elettrolitico in cui la concentrazione del sodio nel plasma è più bassa del normale”, sarebbe stata questa – e non la supposta reazione al meprobamato contenuto nell’antidolorifico Equagesic assunto – a determinare l’edema cerebrale che quasi 50 anni fa terminò la vita e la carriera dell’artista marziale e produttore cinematografico hongkonghese con cittadinanza statunitense.

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Troppa acqua, e una dieta troppo ricca di succhi e bevande proteiche – nonché l’uso di marijuana, che aumenta la sete – insomma, come spiegano gli stessi firmatari dello studio:

“In sintesi, Lee aveva molteplici fattori di rischio che predisponevano all’iponatremia derivanti dall’interferenza con i meccanismi di omeostasi dell’acqua che regolano sia l’assunzione sia l’escrezione di acqua.
Ipotizziamo che Bruce Lee sia morto per una forma specifica di disfunzione renale: l’incapacità del rene di espellere l’acqua in eccesso e mantenerne l’omeostasi”.

Ironia della sorte, Lee ha reso famosa la citazione ‘Be water my friend’, ma sembra che l’acqua in eccesso alla fine lo abbia ucciso”.

Questa la frase cui si fa riferimento:

Bruce Lee, “Be As Water My Friend”