Christian, il supernatural crime (e comico) made in Italy

Dal 28 gennaio su Sky la prima serie supernatural crime all'italiana con Edoardo Pesce e Claudio Santamaria

0

Debutterà il 28 gennaio su Sky Atlantic Christian, la nuova serie a tinte pulp, fra crime e soprannaturale, prodotta da Sky e Lucky Red. Sei episodi diretti da Stefano Lodovichi (Il processo, La stanza) e Roberto “Saku” Cinardi, da un’idea dello stesso Cinardi.

Nei panni di un supereroe “all’amatriciana”, Edoardo Pesce interpreta Christian, lo scagnozzo di un boss della Roma di periferia che si guadagna da vivere facendo l’unica cosa che sa fare: menare. Fino a quando non gli compariranno alle mani quelle che sembrano a tutti gli effetti delle stimmate, le ferite dei santi, con le quali inizierà a fare miracoli. Sulle tracce di Christian e del suo mistero si metterà presto Matteo, scettico emissario del Vaticano ossessionato dal trovare qualcuno i cui poteri taumaturgici siano veri, interpretato da Claudio Santamaria. Nel cast anche Silvia D’Amico, Giordano De Plano, Antonio Bannò, Francesco Colella, Gabriel Montesi e Lina Sastri.

«La storia di Christian nasce nel 2012 con un cortometraggio, usato tra l’altro come videoclip di Salmo – racconta l’ideatore Roberto “Saku” CinardiDa lì è partita poi l’idea di sviluppare un concept di serie. Fondamentale è stato l’apporto del Torino Short Film Market che ci ha messo addosso l’interesse dei produttori, fino ad arrivare a Lucky Red».

Produttori che hanno subito visto in Christian l’originalità che mancava nel nostro mercato, proponendo, di fatti, la prima serie supernatural crime all’italiana.

Una serie “sfidante” e rivoluzionaria

«È difficile trovare un aggettivo che possa sintetizzare Christian – spiega Sonia Rovai, Director Scripted Production Sky Italia. – Sicuramente è qualcosa di unico nel nostro panorama. È una grande sfida, portiamo un genere poco trattato, il supernatural crime drama con tratti di comicità. Un’idea che ha rivoluzionato i classici archetipi di genere». 

«L’intento è stato quello di proporre una cosa originale, di creare fin da subito un’identità forte, unica, colorata – spiega il regista Stefano LodovichiCon la nostra Città Palazzo, il luogo dove vivono i protagonisti della serie, abbiamo voluto creare un micromondo, sulla scia di quanto fatto da Gomorra con Le Vele».

«Ci siamo trovati in un terreno difficile, su cui era facile scivolare – aggiunge lo sceneggiatore Valerio Cilio – Abbiamo lavorato basandoci su due regole. La prima era quella di di divertirci, l’altra di schivare cose già viste».

Monicelli e Scola riferimenti di comicità. Dan Brown? Un altro mondo

«Per dare un impronta “all’italiana” ci siamo presi poco sul serio, cercando di inserire gli elementi più forti della nostra tradizione comica. Ci siamo ispirati al cinema di Monicelli, Risi, Scola, immaginando personaggi come Manfredi e Sordi, ‘pasticcioni inadeguati’ alla realtà che vivono. Sono tutti personaggi con un trauma, alla ricerca di una soluzione, la cui ricerca porta a far sempre peggio» hanno spiegato i registi e gli sceneggiatori.

Lontana, invece, per la deriva Dan Brown, nonostante la forte impronta religiosa della serie. «Quello di Dan Brown è un mondo molto bello, ma non il nostro: non ci confrontiamo con i grandi misteri della Chiesa, ma con quelli piccoli, del personale. Christian – come tutti i personaggi – ha bisogno di trovare risposte per la sua vita. Portiamo verso la scoperta di qualcosa di misterioso, ma soprattutto di concreto».