Ciak di giugno è in edicola, in pista con Brad Pitt e le migliori serie

Tutto sul nuovo numero che ci avvicina all'estate

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Il tempo del cinema è regolato da leggi simili a quelle della scuola o del grande sport. Si può è un altro: il vero “capodanno” è la Mostra di Venezia a fine agosto (o i grandi titoli che le major lanciano poco prima) e la fine della stagione coincide con il dopo Cannes. Se guardiamo in quest’ottica all’annata che va chiudendosi, non possiamo non constatare quanto sia stata positiva per il nostro cinema: tre film di qualità e a presa popolare, ovvero FolleMente, Diamanti e Il ragazzo dai pantaloni rosa, hanno superato i 10 milioni di incasso al box office (e il geniale FolleMente di Paolo Genovese, ha sfiorato i 18 milioni, superando persino l’ormai mitico Perfetti sconosciuti, dello stesso regista), altri due, Io sono la fine del mondo e Io e te dobbiamo parlare, ci sono andati vicini. E tanti altri, realizzati da autori italiani e produttori del nostro Paese – storie di impegno, drammi emblematici, visuali nuove – sono stati scelti dal pubblico per essere visti in sala.

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Se pensiamo alla situazione di appena mille giorni fa, con i film italiani letteralmente ignorati dal pubblico italiano, non si può non notare che l’industria, gli autori, e chi ha avuto il compito istituzionale della regia del sistema, abbiano saputo reagire con successo. Mario Martone a Cannes con il suo Fuori ha appena illustrato al meglio la forza del nostro cinema d’autore, mentre, a quasi due anni dall’uscita italiana, C’è ancora domani di Paola Cortellesi ha conquistato persino il pubblico cinese nel suo cammino emblematico delle potenzialità delle storie narrate finalmente anche da una visuale femminile.

Non tutto ha funzionato: la necessità di correggere storture nel sistema del sostegno pubblico a chi realizza film e serie ha portato a un blocco prolungato dei finanziamenti, che non ha fatto bene alle produzioni, ma è in via di superamento. Alcuni nostri film d’autore non sono risultati all’altezza. E sono tanti, oltre un centinaio, i titoli italiani pronti da tempo ma la cui uscita continua a slittare. Segno di scarsa convinzione nella loro forza.

Però nel complesso lo stato di salute del cinema e dell’audiovisivo italiani migliora, anzi è già migliorato. E la nascita di un nuovo grande festival, l’Italian Global Series al via a fine giugno tra Rimini e Riccione, voluto dall’Apa e dal sottosegretario al Mic con delega sull’Audiovisivo, al quale dedichiamo una delle cover del mese, è un ottimo esempio di approccio concertato, sinergico, tra le varie componenti del sistema (autori, produttori, associazioni, governo) nell’interesse del sistema Italia. E sta per tornare anche Cinema Revolution, anche questo ideato dal Mic, con i suoi effetti benefici sul cinema italiano ed europeo.

Eppure, proprio in queste settimane la temperatura si è alzata. E il mondo del cinema, che pure dovrebbe essere il luogo del confronto e del pluralismo delle visuali e delle opinioni, è attraversato da una contrapposizione ideologica che, al di là di come ciascuno è libero di pensarla, rischia di produrre danni a tutto il sistema. Alla lettera di richiesta di aiuto alle istituzioni da parte di personalità del cinema e alle critiche mosse al Governo da Elio Germano (uno dei nostri attori più premiati e apprezzati nel mondo, oltre che un esempio di rigore morale personale), per i ritardi nella definizione dei contributi, è giunta una risposta all’insegna dello slogan “basta con il reddito di cinematografia”. Non entreremo nel merito, a noi piace raccontare ciò che state per andare a vedere, e i protagonisti, il dietro le quinte, le curiosità legate alla passione per il cinema. Ma l’invito che rivolgiamo è ad abbassare i toni, per non rovinare quanto di buono è stato fatto negli ultimi tre anni da tutti (o quasi) i protagonisti del nostro cinema. Che – lo ricorda la presidente Apa in un’intervista – ci racconta nel mondo, attirando attenzione positiva verso il Paese. Non dimentichiamo che le critiche fanno parte di questo pezzo così importante della cultura popolare, la cui ricchezza sta anche nel dare spazio a tutti i punti di vista. Cerchiamo di non rovinare tutto.

E ora, scopriamo cosa ci aspetta in questo numero ricco di uscite.

I 10 film di giugno

Dalla primavera all’estate dei blockbuster, col dramma sportivo F1, in cui Joseph Kosinski dirige Brad Pitt (prima copertina), ma anche col ritorno della distopia zombie di Danny Boyle & Alex Garland in 28 anni dopo, il nuovo, fantascientifico lungometraggio Pixar Elio e Ana de Armas nello spin-off della saga action su John Wick Ballerina. Si torna poi all’epoca di Enrico VIII d’Inghilterra in L’ultima regina – Firebrand, interpretato da Alicia Vikander e Jude Law, mentre si parla ancora di Thunderbolts*, il cinecomic che ha ridato slancio alla Marvel. Per un respiro più intimo c’è invece L’amico fedele, dove Naomi Watts si affeziona all’alano del titolo. Variegata anche l’offerta italiana, a partire da Fuori, il film di Mario Martone su Goliarda Sapienza (con Valeria Golino, Matilda De Angelis ed Elodie) fresco di concorso a Cannes, fino al duro Mani nude, protagonisti Francesco Gheghi e Alessandro Gassmann, e ancora Raqmar, sui sex-worker migranti in Occidente, e Come fratelli, sulla poco tradizionale famiglia formata da due padri vedovi.

Le 10 serie di giugno

Dopo trepidante attesa, ci si reimmerge per l’ultima volta tra i giochi a premi mortali della sudcoreana Squid Game (Netflix), ma torna anche la distopia zombie di The Walking Dead, con lo spin-off dedicato a Daryl Dixon (Sky e NOW) e proseguono con i The Jackal le vicende dell’agenzia pubblicitaria di Pesci piccoli (Prime Video). Ritroviamo poi la famiglia Russell nell’America tardo-ottocentesca di The Gilded Age (Sky e NOW), e alla fine del XIX secolo si collocano anche le gesta delle americane a Londra di The Buccaneers (Apple TV+). Molti anche i debutti, dall’italiana, e animata, Il Baracchino, con un cast vocale di star (Prime Video), proseguendo con la nuova eroina Marvel in armatura Ironheart (Disney+), l’Owen Wilson ex golfista in crisi di Stick (Apple TV+), l’affresco sulla mafia irlandese di MobLand, con Tom Hardy, Helen Mirren, Pierce Brosnan e il co-regista e produttore esecutivo Guy Ritchie (Paramunt+), le indagini sui piromani di Smoke – Tracce di fuoco (Apple TV+). E non dimenticate che su Disney+ c’è Good American Family, sul vero caso di Natalia Grace.