Educazione fisica, Cipani: «un film sull’assunzione di responsabilità»

Intervistato da CIAK il regista Stefano Cipani parla degli scottanti temi morali affrontati dal suo film

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Il titolo, Educazione fisica, è molto più eloquente di quanto non possa sembrare all’apparenza, c’è qualcosa nei temi e nei personaggi di quest’opera seconda di Stefano Cipani (Mio fratello rincorre i dinosauri, 2019) che in qualche modo ricorda Favolacce (2020) dei fratelli D’Innocenzo, che non a caso firmano la sceneggiatura insieme al regista. Il film, tratto dall’opera teatrale “La palestra” di Giorgio Scianna e presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, sarà al cinema l’anno prossimo con 01 Distribution e vede protagonisti assoluti Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea, Sergio Rubini, Claudio Santamaria.

Stefano Cipani si cimenta con una storia che sembra uscita da un fatto di cronaca nera, ma che riesce a portare nell’unico ampio spazio di una palestra temi attuali, moralmente forti e profondamente divisi dal punto di vista dell’opinione pubblica.

L’idea di girare un film interamente in una location e avere l’occasione di lavorare con un gruppo di attori in maniera organica, cronologica e totalizzante nella propria verbosità, mi affascinava molto”, dice Cipani intervistato da CIAK.

In Educazione fisica i genitori di tre alunni di una scuola media di provincia vengono convocati dalla preside in palestra a seguito di un fatto di violenza verificatosi nell’istituto, di cui i loro figli sono i responsabili.

Già nel testo c’erano i temi del branco, l’idea dell’iperprotettività nei confronti dei figli e la sfiducia totale nei confronti delle istituzioni, in questo caso rappresentate da una donna, ma l’oggetto portante della storia risiede nell’assunzione di responsabilità. La palestra rappresenta in questo senso un luogo dal quale non si può uscire fino a quando non si è scavata la verità fino in fondo, un luogo dal quale non si può guardare il mondo esterno per trovare un capro espiatorio”, spiega ancora il regista.

Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea, Sergio Rubini, Claudio Santamaria, Educazione fisica

La palestra si trasforma in un’aula di tribunale improvvisata, in cui i 5 protagonisti, quattro genitori e la preside, discutono e riversano riflessioni, reazioni, emozioni e giudizi, travolti da una inaspettata tempesta che degenera sempre più.

Volevo realizzare un film da camera, un classico senza fronzoli dove tutto è rivolto alla discussione e volevo lavorare con gli attori in maniera cronologica, anche sul set, per consentire loro di costruire i personaggi. Tutti sono sempre presenti in scena”.

In Educazione fisica anche la scenografia e la fotografia contribuisco a rafforzare il meccanismo narrativo, emotivo e temporale del racconto. “Con Fabio Cianchetti, direttore della fotografia, abbiamo fatto un grande lavoro sulla ricerca cromatica – spiega il regista – Ci siamo ispirati all’arte contemporanea e ai cartoni animati anni ’70 di Ralph Bakshi, al cinema di Buñuel e al punk. Volevo che le luci, i colori e l’ambiente seguissero il film anche al livello drammaturgico”.

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