Zombi 2, torna in Blu-ray il film shock che piace a Guillermo Del Toro

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Zombi 2 il cult-horror diretto da Lucio Fulci compirà 40 anni esattamente tra un anno: uscì in Italia il 25 agosto 1979. Nel frattempo Blue Underground Label distribuirà nel prossimo mese di Novembre una fantasmagorica edizione in Blu-ray del film restaurato in 4K dal negativo originale (in versione integrale) con una introduzione di Guillermo Del Toro (che lo inserisce nella lista dei suoi titoli preferiti) e una serie di extra, audio commentary, interviste e contenuti speciali davvero golosamente straripanti.

Come ci informano Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore nel libro definitivo su Fulci (Il terrorista dei generi-Tutto il cinema di Lucio Fulci, Leima, u.e. 2011) «in alcuni paesi, Zombi 2 ottenne un successo clamoroso, secondo molte fonti addirittura superiore a quello del suo predecessore (n.d.r. Zombi di George A. Romero, 1979): circa 410 milioni di lire per la sua realizzazione contro i 30 milioni di dollari incassati in tutto il mondo».

Gli appassionati di film horror, quando il film uscì in sala con il rigoroso divieto ai minori di 18 anni, furono colpiti da varie sequenze shock caratterizzate da una crudeltà e da una violenza visiva fino ad allora mai concepite in quel genere di film: al di là dei banchetti sanguinolenti a base di carne umana, resta ancora oggi di difficile sostenibilità la scena in cui l’attrice Olga Karlatos viene spinta verso una scheggia di legno e il suo occhio trafitto. Di grande atmosfera e inquietantissima la colonna sonora (musiche caraibiche miste a effetti elettronici) realizzata da Fabio Frizzi.

Le iniziative per il quarantennale di questo film che diede la possibilità a Fulci di continuare sulla strada dell’horror, genere di cui oggi è considerato tra i maestri assoluti (i francesi hanno coniato per lui l’appellativo di “poeta del macabro”), nel 2019 saranno diverse e ramificate internazionalmente.

Chiudiamo con una battuta scult pronunciata da uno personaggi del film, Susan Barreto: «Tamburi di mmmme…, vi odio!»