Monty Pyhton, 50 anni di una leggenda

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Monty Pyhton

Tutti gli appassionati del “bizarro” non possono non celebrare oggi i 50 anni di un leggendario sestetto di attori (John Cleese, Terry Jones, Michael Palin, Eric Idle, Terry Gilliam e Graham Chapman, scomparso nel 1989), che verso la fine degli anni Sessanta rivoluzionarono il concetto di comicità così come fino ad allora era stato inteso; quel “Wild Bunch” composto da sei “gentlemen” inglesi (in realtà con due “infiltrati”, un gallese e un americano) con istruzione di alto livello (tutti tranne Terry Gilliam, laureati a Oxford o a Cambridge) scelse come “nome di battaglia” Monty Pyhton, il nome di un personaggio da loro inventato (un agente teatrale inaffidabile, viscido come un serpente e senza scrupoli) facente parte di un programma televisivo a cui presero parte.

 

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Nel numero di Ciak in edicola ripercorriamo la loro carriera, prendendo in esame le diverse chiavi del loro successo. Non c’è mai stato uno scioglimento ufficiale del gruppo, anche se la morte prematura di Graham Chapman sembrò comunque segnare la fine del sodalizio; ciascuno di loro ha continuato la sua carriera singolarmente, perseguendo vari progetti cinematografici o televisivi. Il sestetto si volle esprimere anche sul grande schermo con quattro film, di cui l’ultimo, Monty Python-Il senso della vita (1983) resta il migliore (si aggiudicò il Grand Prix Speciale della Giuria al 36° Festival di Cannes). Oggi a distanza di cinquant’anni dal loro esordio, viene ristampata la loro “Autobiografia” scritta nel 2011 con Bob McCabe (in Italia pubblicata da Ed.Sagoma) e rileggendola si ha modo di conoscere tanti retroscena interessanti per mettere a fuoco le articolate ragioni che hanno portato il sestetto a una fama globale.