Roberta Torre al Ca’ Foscar Short Film Festival: «La musica è una forma di drammaturgia»

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Roberta Torre

L’ottava edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, in programma dal 21 al 24 marzo 2018 all’Auditorium Santa Margherita di Venezia, ha scelto per la giuria tre registi dallo stile differente ma espressione di tre approcci personalissimi e originali al cinema: Roberta Torre, Hiroki Hayashi e Marcin Bortkiewicz. 

Programma Speciale Giuria-Roberta Torre
Roberta Torre

Nell’incontro speciale con pubblico e studenti, Roberta Torre, regista ma anche autrice teatrale e scrittrice, ha presentato estratti scelti del suo ultimo lavoro, Riccardo va all’inferno, un ricercatissimo musical drama con Massimo Ranieri ispirato al Riccardo III di William Shakespeare, che ha appena vinto il David di Donatello per i migliori costumi, curati da Massimo Cantini Parrini. Torre ha dichiarato che in tutti i suoi film il rapporto con la musica è molto importante, sin dal folgorante esordio Tano da morire. La regista considera la musica come forma di drammaturgia e non un semplice accompagnamento; una visione che risalta anche nella collaborazione con Mauro Pagani per la stesura delle canzoni di Riccardo va all’inferno.

Programma Speciale Giuria-Hiroki Hayashi
Hiroki Hayashi

Hiroki Hayashi, invece, ha mosso i primi passi nel mondo del cinema come aiuto regista di autori del calibro di Takeshi Kitano e Kiyoshi Kurosawa ma non ne condivideva appieno l’estetica e il modo di fare film. Nella sua produzione più recente Hayashi è andato alla ricerca dell’«anima della terra», in quanto nella sua visione il nostro passato è la base del nostro futuro: da qui la scelta di descrivere la vita delle comunità rurali e di coinvolgerne gli abitanti in tutte le fasi della produzione, come nel suo corto che è stato proiettato, Soul Journey – To the future of Nanto (2015). Hayashi si trova in Italia grazie a una borsa di studio del governo giapponese, a 70 anni di distanza dall’esperienza di Yasuzō Masumura al CSC di Roma.

Programma Speciale Giuria-Marcin Bortkiewicz
Marcin Bortkiewicz

Il regista polacco Marcin Bortkiewicz ha raccontato come al centro delle sue opere vi siano spesso le donne, essendo stato cresciuto dalla madre e dalla nonna senza il supporto di una figura paterna. Teatro e cinema spesso si intersecano, tanto che gli affezionati delle sue pièce ne sottolineano la vocazione cinematografica e viceversa fanno i cinefili: si tratta di due linguaggi che certo hanno molto in comune ma che presentano delle modalità espressive e delle metafore molto diverse. Early Learning (2009), il documentario proiettato durante la serata, vede uno studente di oceanografia insegnare a una foca nata in cattività a vivere nel suo habitat naturale.

Giovanni Stigliano Messuti

L’intervista del Festival a Hiroki Hayashi:

Il programma del 24 marzo:

L’ottava edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il primo in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università, festeggia quest’anno anche i 150 anni dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Una manifestazione pensata dai giovani per i giovani, che vede protagonisti gli studenti volontari dell’università impegnati in tutte le fasi della sua realizzazione, guidata da figure professionali d’esperienza, con il coordinamento del direttore artistico e organizzativo Roberta Novielli.

Il Concorso Internazionale si chiude con l’ultima manciata di film: Sea di Marharita Tsikhanovich (Repubblica Ceca/Bielorussia), animazione toccante e dai toni minimalisti sulla caducità dell’esistenza; Mother di Abduazim Ilkhomjonov e Botir Abdurahmonov (Uzbekistan), film storico ispirato alla vicenda degli orfani di guerra russi accolti in Uzbekistan durante la seconda guerra mondiale; Çıkmaz (Dead End) di Yasin Dalgiç (Turchia), racconto di redenzione mancata avente per protagonista un vecchio ex-detenuto; Yong Bao Chang Jiang (Passiveness) di Ao Ma (Cina), ispirato alla storia vera di giovani cinesi internati tra 2008 e 2009 in case di cura che si proponevano di risolvere la loro anaffettività; Lobis (Treasure) di Martynas Valius (Lituania), commedia ambientata in un villaggio rurale che ironizza sul fascino dell’ignoto.

Ad arricchire il programma della giornata conclusiva vi è stato anche il Concorso Scuole Superiori Olga Levi, aperto da quest’anno (Va edizione) agli studenti di liceo di tutto il mondo. I giovani partecipanti sono stati chiamati a realizzare un cortometraggio sul tema della donna nella musica: i finalisti sono cinque e provengono da Italia, Stati Uniti e Bielorussia. A seguire Fantastica scienza, l’intervento del professor Carlo Montanaro, direttore della Fabbrica del Vedere e specializzato in cinema delle origini. La scienza ha chiesto al cinema di spiegare e documentare le sue ipotesi, arrivando a spettacolarizzarle: esperimenti che hanno dell’incredibile, come la conferma della teoria per cui i gatti cadrebbero sempre in piedi o proiettili che attraversano bolle di sapone, sono stati mostrati sul grande schermo.

Il gran finale del Ca’ Foscari Short Film Festival questa sera sarà affidato ai maestri della shadow art Simona e Carlo Truzzi, artisti italiani in grado di creare sorprendenti figure (oltre a ritratti di famosi attori, cantanti e personalità varie) con il solo ausilio delle loro mani, di un telo e di una fonte di luce, grazie ai quali le ombre sembreranno più ‘piene’ che mai. E per chiudere in bellezza, la proiezione del cortometraggio vincitore dell’ottava edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival.