Fehida, la graphic novel che racconta l’ndrangheta

Una storia di faide famigliari nell'opera di Tommaso Renzoni e Raffaele Sorrentino 

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Dalla casa editrice romana Minimum Fax per la collana Cosmica arriva Fehida, graphic novel scritta da Tommaso Renzoni (autore dell’apprezzato Margini, premio della SIC a Venezia 79) insieme a Raffaele Sorrentino (Habitat), che ne ha curato anche i disegni. 

Liberamente ispirato a fatti reali, Fehida ci trasporta nel mondo dell’ndrangheta e delle sue sanguinose faide famigliari, nelle quali si trovano coinvolti due giovani ragazzi calabresi, Luca e Francesco. La storia prende il via nel 1991, quando i due, ancora innocenti e spensierati, commettono uno scherzo ai danni di una famiglia avversaria che cambierà per sempre i loro destini. Sedici anni dopo, dall’altra parte d’Europa, in Germania, la faida iniziata quel giorno tra le famiglie Mancuso e Romeo non si è ancora fermata. Al contrario, si è trasformata in una spirale di sangue capace di annientare i sogni, i desideri e le speranze di tutti coloro che ne fanno parte.

«Siamo partiti da una base di realtà per poi rimaneggiarla. Non volevamo che i fatti prendessero il sopravvento sulla storia del racconto» hanno spiegato i due autori, che per l’occasione si sono ispirati alla celebre strage di Duisburg, ultimo atto della faida di San Luca avvenuto nella città della Renania Settentrionale nell’agosto del 2007. E proprio dalla Germania, precisamente dall’antico alto-tedesco, deriva la parola Fehida, scelta come titolo della graphic novel. Nell’antico diritto germanico, infatti, il termine indicava lo stato di inimicizia e di guerra privata che coinvolgeva tutta la parentela di chi subiva un torto o un’offesa e tutta la parentela di chi ne fosse ritenuto responsabile. La guerra cessava solo quando il torto veniva pienamente vendicato. Ma Fehida, allo stesso tempo, è anche il nome assegnato alla maxi-operazione che nel 2007 coinvolse quasi 500 agenti di polizia e carabinieri e che portò all’arresto di numerosi esponenti delle cosche. Un faro di speranza, dunque, e in parte un omaggio a chi la violenza cerca di combatterla.

Un’immagine tratta da Fehida

Libertà e vendetta sono le parole chiave del libro di Renzoni e Sorrentino, che attraverso i loro personaggi, spaventati ma coraggiosi, ambiscono a ritrarre anche un racconto del maschile più delicato, volto a combattere il modello di mascolinità tossica e violenta tipico del mondo mafioso. Mondo che negli ultimi anni abbiamo osservato in varie forme e sotto diversi punti di vista, sul piccolo e grande schermo, da Una femmina di Francesco Costabile a Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa fino all’ancora inedita serie Disney The Good Mothers. Opere sulla mafia accomunate, come Fehida, da un unico grande messaggio: la speranza di fuggire da un destino già scritto.