Gabriele Muccino: “I David di Donatello si sono ridotti a una vetrina malinconica”

Nuovo post polemico del regista che su Instagram conferma la sua decisione di lasciare la giuria dei David di Donatello

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Gabriele Muccino ha pubblicato un altro post su Instagram riferito ai David di Donatello. Ricordiamo che la premiazione si terrà martedì sera in diretta su Rai 1 dalle 21.20 con Paolo Conti alla conduzione. Il regista qualche giorno fa aveva già postato un tweet polemico annunciando il ritiro dalla giuria dei David di Donatello poichè non si riconosceva nei criteri di selezione.

Oggi invece nel lungo messaggio lasciato sul suo account Instagram il regista ha voluto sottolineare come, secondo lui, i David di Donatello nel corso degli anni abbiano perso il loro prestigio.

 

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Quando misi piede nel 2005 negli Studios della Columbia a Los Angeles rimasi colpitissimo da una grande bacheca con una collezione di Oscar vinti nella storia. Da Kramer contro Kramer, a Lawrence d’Arabia. Metà di questa bacheca era occupata dai David vinti dai film americani. Non c’erano altri premi oltre agli Oscar. Solo David di Donatello.
Erano i David che risalivano al tempo in cui il cinema italiano era la seconda industria più amata e premiata al mondo dopo quella americana. A partire dalla fine degli anni ‘40 fino a metà dei ‘70, il nostro cinema era stato popolare, universale, poetico, provocatorio, di una sublime grazia stilistica.
Negli anni ‘70 / ‘80 le ideologie politiche italiane, delegittimarono il cinema italiano popolare considerandolo “commerciale”, ovvero del “volgo” (deligittimazione miope e distruttiva), e riducendolo ad essere sempre più sterile, raccontato male, dimentico dell’eredità stilistica di V. de Sica, Fellini, Visconti, Risi, Monicelli, Scola, Bertolucci, Germi, Leone, Petri, ecc… Il patto tra cineasti e pubblico si interruppe. I David di Donatello, specchio di questo pensiero spocchioso e lobbistico, sono il ritratto di uno sguardo di provincia che ha sconfitto tutti. Cineasti e spettatori (che oggi considerano i David alla stregua di un premio di servizio). Il fatto che una giuria che, con la gestione precedente a quella di Piera Detassis, che stimo e con cui sono amico, facesse votare tanti, troppi amici di amici, ha ridotto questo Premio ad una vetrina malinconica.
Ho, per questo, deciso di uscire dalla giuria dei David di Donatello. Non mi riconosco nei criteri di selezione che da anni contraddistinguono quello che era un tempo il premio più ambito. Non mi presenterò più nelle categorie di Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura, in futuro. Auguri al lavoro che @piera.detassis sta facendo per svecchiare questo monolite, ai concorrenti, ai colleghi che stimo e al cinema italiano che dovrà tornare a competere con quello internazionale il prima possibile.