Ghosted, Dexter Fletcher: «Ana de Armas come Schwarzenegger in True Lies»

Dexter Fletcher svela i segreti di Ghosted, dal 21 aprile su Apple Tv+

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Cole Riggan (Chris Evans) conduce una vita monotona. Ha abbandonato l’università, aiuta i genitori nel lavoro della fattoria di famiglia e su di lui c’è l’ombra della sfortuna sentimentale. Cole non è in grado di superare le precedenti delusioni d’amore, fin quando non incrocia la bella Sadie (Ana de Armas) al mercatino dove lui vende i prodotti della fattoria. L’attrazione tra i due è immediata e trascorrono una giornata romantica, che si conclude con una notte di passione. La mattina dopo, tornato a casa, Cole è al settimo cielo, ma la sua è una gioia destinata a sbriciolarsi: Sadie non è più reperibile, né risponde ai suoi ripetuti messaggi. L’uomo, sedotto e abbandonato, sembra l’ennesima vittima del ghosting ma, non volendo darsi per vinto, s’imbarca nell’avventura più pericolosa della sua vita.

Questo lo spunto di partenza di Ghosted, film diretto da Dexter Fletcher su sceneggiatura di Rhett Reese, Paul Wernick e Chris McKenna, disponibile dal 21 aprile su Apple TV+. Fletcher vanta oltre cento titoli nella sua carriera d’attore, iniziata quando aveva solo dieci anni (nel 1976 era Baby Face in Piccoli Gangsters di Alan Parker); dopo aver sostituito Bryan Singer alla regia di Bohemian Rhapsody (2018), ha diretto Rocketman (2019) e le prime due puntate della mini-serie The Offer (2022), prima di affrontare la sfida di questo kolossal romantico d’azione. Il regista racconta a Ciak, che lo ha incontrato in esclusiva su zoom, genesi e segreti del film.

Fletcher lei nasce attore, questo cambia il suo rapporto con gli altri attori quando li dirige?

Domanda interessante. Suppongo di doverlo fare perché dal regista si aspettano che io risponda, sviluppi e in qualche modo espanda chi è il personaggio e quale sia il suo ruolo. Quello che cambia è il fatto che ho una responsabilità verso loro, me stesso e la narrazione, per assicurarmi che si rimanga sulla strada giusta. Però in termini di comunicazione con gli attori ed essere in loro compagnia, per me è molto facile: sono un attore da 50 anni e sono stato su set di film, TV e radio, quindi posso capire come relazionarmi con gli attori, quali sono i loro processi mentali e cosa stanno attraversando. E poi mi diverto: amo stare con gli attori perché amo recitare, mi piace vedere quel processo e farne parte.

Parlando di narrazione: il team di sceneggiatori di Ghosted schiera McKenna, autore dell’ultima trilogia di Spider-Man e Reese & Wernick che hanno firmato i due Deadpool. Lei è intervenuto nello sviluppo della trama?

Originariamente hanno avuto loro l’idea con Chris Evans e hanno sviluppato una bozza della sceneggiatura che hanno proposto agli Skydance Studios. Questi, essendo grandi fan del mio Rocketman, me l’hanno mandata chiedendomi se fossi interessato. L’ho trovata interessante, mi sono davvero piaciute sorprese come quella di rendere Chris un ragazzo normale coinvolto in circostanze straordinarie, invece del supereroe che tutti conosciamo. Poi volevo sviluppare alcune idee, ne ho parlato con gli sceneggiatori e così hanno preso forma.

È d’accordo se dico che il suo film ricorda True Lies, ma con Ana de Armas nel ruolo di Schwarzenegger e Evans in quello di Jamie Lee Curtis?

Sì, sono molto d’accordo. True Lies è fantastico, è un film di cui abbiamo parlato in fase di preparazione e tra i nostri riferimenti c’erano anche All’inseguimento della pietra verde e Prima di mezzanotte. Al centro ci sono due persone che sono in disaccordo e si innamorano: in ogni film romantico, dopo aver creato la connessione, devi mettere un ostacolo. Qui avevamo il miglior ostacolo possibile: così drammatico, enorme e pieno di azione. Il divertimento viene dal capovolgimento dei ruoli tradizionali. In fondo il film racconta di qualcuno che doveva essere solo l’avventura di una notte e invece si presenta sul tuo luogo di lavoro, mettendosi in mezzo.

L’idea di trasformare Ana de Armas in una spia le è venuta dopo averla vista in No Time To Die?

Inizialmente nel suo ruolo era prevista Scarlett Johansson, ma lei ha dovuto rinunciare perché le nostre riprese confliggevano con quelle di un suo altro film. Abbiamo dovuto sostituirla molto velocemente e avendo visto Ana in James Bond sapevamo che era perfetta. Lei stava ultimando Blonde, l’ho incontrata, abbiamo avuto una conversazione molto interessante e abbiamo adattato la sceneggiatura su di lei, inserendo anche le sue idee e alcune cose che le piacevano, il che è stato grandioso. In Bond Ana aveva poche scene, qui ha un intero film per mostrare quanto sia fantastica nelle scene d’azione. Lei non aveva paura di farsi del male e non si è mai tirata indietro così, anche se non dovevo certo faticare per farla sembrare bella, ci sono scene dove ho dovuto coprirle i lividi che si era fatta su gomiti e ginocchia.

Con il tormentone Taxman ha voluto omaggiare i Beatles, dopo i biopic su Queen ed Elton John?

Sì, perché quella è una canzone incredibile: al George Harrison Estate, generosamente, ci hanno fatto pagare solo una piccola cifra per usarla. Del resto Taxman era menzionata nella sceneggiatura così tante volte che quando è arrivato il momento, non c’era altra canzone che potesse esserci. Naturalmente i produttori erano terrorizzati all’idea dai costi e volevano che usassi un’altra canzone, ci sono state un po’ di discussioni. Sono stato molto facilitato dal mio adorabile amico Giles Martin, con cui avevo lavorato su Rocketman, essendo il figlio di George Martin, produttore dei Beatles, lui mi ha messo in contatto con le persone giuste e il film è stato reso migliore da un grande momento musicale.

Nel film c’è una serie impressionante di cammei: senza fare spoiler, come ha avuto così tante guest star?

Alzavo il telefono e dicevo: “Ehi, c’è questa cosa divertente. Vuoi venire?”. È stato come con tutti gli attori che entrano per una notte di lavoro e si divertono a creare una grande sequenza. Abbiamo avuto attori interessanti e tutti sono molto generosi: volevano divertirsi in amicizia e si sono impegnati al massimo. È stato un onore e una vera gioia averli sul set.

E adesso dirigerà Sherlock Holmes 3?

Questa è una voce che gira, ma non è necessariamente vera. Posso confermare, o smentire. Ma c’era un progetto cui stavo lavorando qualche anno fa che per il momento è stato sospeso. Se qualcosa cambia, tutti lo sapranno, ma per il momento devo ancora aspettare e mi riposo.