Le curiosità di Gli spietati
Non si può dire che Clint Eastwood non mise tutto nel film, se si pensa che le scene in cui sia lui sia Richard Harris vengono colpiti i calci sono veri, sarebbe stato ridicolo fingere, per cui si ricorse a delle imbottiture sotto gli abiti. Inoltre, la stessa madre del regista, Ruth Wood, venne coinvolta come comparsa, in una scena nella quale saliva su un treno. Scena purtoppo tagliata, non senza un filo di senso di colpa da parte del celebre figlio, perdonato quando la ringraziò nel discorso con cui accettò il Premio Oscar per il film.
Una sceneggiatura incompresa
In circolazione a Hollywood per quasi 20 anni, tanto che già all’inizio degli anni ’80 Francis Ford Coppola tentò di farne un film, che propose a John Malkovich, il quale reputò l’offerta del ruolo di William Munny “non molto seria“. Eppure Frances Fisher definì come “una delle più perfette che avesse mai visto” la sceneggiatura originale di David Webb Peoples, che la scrisse negli anni ’70, influenzato – a suo dire – dal Taxi Driver di Martin Scorsese e dal romanzo “The Shootist” di Glendon Swarthout (diventato nel 1976 Il pistolero, ultimo film di John Wayne), e fu vicino a vederla portata sullo schermo nello stesso anno, quando avrebbe dovuto intitolari”The Cut-Whore Killings” o “The William Munny Killings“.
Acquistata da Clint Eastwood molti anni fa, il regista attese a lungo anche per il parere negativo ricevuto da uno dei suoi collaboratori che l’aveva letta. Qualcosa si mosse quando, a una festa David e sua moglie Janet Peoples incontrarono il regista e lei gli chiese se avrebbe mai realizzato il film. Vero o falso che fosse, questi le rispose che stava per annunciarlo, come fece, di fatto apportando minime modifiche al testo. La principale, la rimozione della voce narrante iniziale.
Il remake
Se nessuna delle versioni precedente ha potuto vedere la luce, ne esiste però un remake giapponese intitolato Yurusarezaru mono. Un film diretto da Lee Sang-il del 2013 nel quale appare Ken Watanabe, ambientato all’inizio dell’era Meiji in Giappone, che venne proiettato fuori concorso e in anteprima mondiale durante la 70ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Le location
La produzione approfittò del clima insolitamente secco per la zona di Calgary e dell’Alberta, in Canada, per approfittare di quelle ambientazioni (per quanto la neve che cade nella scena in cui William Munny si sta riprendendo dalle percosse fu totalmente inaspettata e imprevista). Ma le riprese, nell’estate del 1991, oltre a Brooks, dove fu costruita la fattoria di William Munny, e Drumheller, dove si trovava la fattoria di Ned Logan, si spostarono anche in California, dove il mulino a vento che appare sullo sfondo per gran parte del ancora pompa acqua alla Dow Wetlands Preserve ad Antioch e dove per gli ultimi quindici giorni si approfittò della Sierra Railroad nella contea di Tuolumne, a Sonora.
La città di Big Whiskey venne costruita a tempo di record dallo scenografo Henry Bumstead (già con Clint Eastwood in Lo straniero senza nome), che la progettò e costruì in due mesi nel villaggio di Longview. Una cittadina creata ad hoc, ma dall’atmosfera autentica, grazie anche alla scelta di non permettere ad alcun veicolo a motore di transitare sul set.
Attori
Per quanto fosse stato preso in considerazione anche Jeremy Irons per il ruolo di Bob l’inglese, la scelta ricadde su Richard Harris, che pensò a uno scherzo quando Eastwood lo chiamò per ingaggiarlo visto che stava guardando in tv proprio Lo straniero senza nome.
Fu Morgan Freeman, invece, a contattare il regista perché lo scegliesse come Ned Logan dopo aver scoperto dell’esistenza del film da Kevin Costner durante le riprese del suo Robin Hood – Principe dei ladri.
Prima che la sceneggiatura arrivasse a Clint Eastwood, Gene Hackman (da poco scomparso) aveva già rifiutato la parte di Munny in passato, salvo ripensarci quando il regista lo rassicurò sulla presenza della violenza nel film. L’attore era sinceramente preoccupato per la crescente violenza armata negli Stati Uniti e non voleva dare una immagine sbagliata o con la quale non fosse d’accordo. In merito, Eastwood disse solo di non aver pensato di realizzare un film contro la violenza ma di voler decostruire il mito del Vecchio West e mostrare una rappresentazione ingloriosa della morte. E di aver chiesto a Hackman di ispirarsi all’allora capo della polizia di Los Angeles, Daryl Gates, per il suo “Little Bill” Daggett.
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Gli errori
Mentre Munny viene picchiato nel bar sottostante, il ragazzo e Ned fuggono, ma quando quest’ultimo si rialza – dopo esser caduto dalla finestra e rotolato giù dal tetto bagnato, atterrando nel fango – è completamente asciutto e pulito. Analogamente quando Munny affronta gli altri, nonostante arrivi dall’esterno, dove sta piovendo, ha cappello e vestiti completamente asciutti.
Quando English Bob spara ai fagiani dal treno, i fili attaccati ai fagiani sono chiaramente visibili. Come è evidente il fatto che anche Skinny, quando Munny gli spara, voli via anche lui tirato all’indietro da un filo.
Cambiano, poi, da una inquadratura all’altra e in maniera visibile, sia la presa di Ned sul fucile Spencer, dopo che Bill glielo ha restituito, sia il livello del liquido nella bottiglia da cui beve Schofield Kid, mentre discute con Munny degli omicidi successivi.
I personaggi e il cast
Clint Eastwood: William “Will” Munny
Gene Hackman: Little Bill Daggett
Morgan Freeman: Ned Logan
Richard Harris: Bob “l’inglese”
Jaimz Woolvett: Schofield Kid
Saul Rubinek: Beauchamp
Frances Fisher: Strawberry Alice
Anthony James: Skinny Dubois
Anna Thomson: Dalilah Fitzgerald
David Mucci: Quick Mike
Rob Campbell: Davey
Tara Dawn Frederick: Little Sue
Jefferson Mappin: vice sceriffo Fatty Rossiter