Ancora oggi uno degli esempi migliori della incredibile capacità di trasformismo di Pierfrancesco Favino, il film stasera in tv – su Rai 1 alle 21:30 del 22 gennaio 2025 – è Hammamet di Gianni Amelio. Uscito al cinema il 9 gennaio 2020, dieci giorni prima del 20° anniversario dalla morte dell’ex Segretario del PSI (che aveva vissuto i suoi ultimi anni proprio nella città tunisina, dal 1994, per sfuggire le conseguenze delle inchieste di Mani pulite e le due condanne definitive per corruzione e finanziamento illecito). Un salto indietro nel tempo reso possibile grazie anche alle grandi interpretazioni di un cast molto ricco, completato da Livia Rossi, Luca Filippi, Silvia Cohen, Alberto Paradossi, Federico Bergamaschi, Roberto De Francesco, Adolfo Margiotta, Massimo Olcese, Omero Antonutti, Giuseppe Cederna, Renato Carpentieri e Claudia Gerini.
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“Un politico sul quale è calato un silenzio probabilmente ingiusto“, lo definì all’epoca proprio Amelio, che non nomina mai esplicitamente il nome di Craxi, rappresentandolo come “un uomo macerato fino all’autodistruzione” tra rabbie, rancori e rimpianti. E che ci regala un film capace di vincere un David di Donatello (per il Miglior trucco, a Luigi Ciminelli, Andrea Leanza e Federica Castelli), due Nastri d’argento (Miglior attore protagonista e Miglior produttore), un Globo d’oro (Miglior attore) e tre nomination ai Ciak d’oro del 2020 (per il miglior film, il miglior regista e il migliore attore).
Hammamet, trama
Hammamet riflette su uno spaccato scottante della nostra Storia recente. Sono passati vent’anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante. Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L’immaginazione può tradire i fatti “realmente accaduti” ma non la verità. La narrazione ha l’andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall’interno.
Hammamet, le curiosità
Il figlio della regista
Ben più del solito cameo, nella troupe che ha lavorato al film di Gianni Amelio troviamo anche Luan Amelio Ujkaj, figlio del regista e direttore della fotografia. Del quale il padre stesso raccontò: “È arrivato alla fotografia dopo aver percorso tutte le tappe del mestiere per quasi vent’anni. In più ha la stoffa del condottiero, come i direttori di una volta. È stato un punto di riferimento per tutti“.
I riferimenti del film
Amelio ha raccontato di aver studiato ogni tipo di libri, articoli di giornale, esperienze personali e spezzoni televisivi, ma anche di essersi rifatto ai classici (da Elettra/Agamennone, a Cassandra/Priamo o Cordelia/Re Lear) per il rapporto tra Craxi e i suoi figli. Sul piano cinematografico invece, “i riferimenti sono anche a Le catene della colpa di Jacques Tourneur e a Secondo amore di Douglas Sirk (che si vede citato nel film) – come dice lo stesso regista. – Perché, guardandolo da una certa prospettiva, Hammamet ha un andamento un po’ western, un po’ noir. E vorrebbe, a suo modo, essere un melodramma“.
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