Houria, l’eroina algerina alla Festa del Cinema di Roma

Houria è il film della regista franco algerina Mounia Meddour in concorso alla Festa del Cinema di Roma

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Houria

Nell’inquieto panorama politico dell’Algeria la regista Mounia Meddour, vincitrice di un César per Non conosci Papicha (2019), ambienta Houria, intensa storia di una giovane aspirante ballerina. Il film, in concorso alla diciassettesima Festa del Cinema di Roma, sarà prossimamente in sala con I Wonder Pictures.

Tre anni fa, l’Algeria è stata scossa da un movimento politico e cittadino di eccezionale portata. Dopo solo un anno di rivolta il Paese è passato però dalla speranza alla disillusione e la crisi pandemica ha dato un colpo fatale al movimento popolare appena nato. In questo clima ansioso Houria (Lyna Khoudri), protagonista del film di Meddour, si muove come una sorta di eroina della sopportazione. “Un personaggio a immagine dell’Algeria: livido e ferito ma ancora in piedi”, dice la regista.

Sono profondamente radicata nella narrazione della storia e della realtà che parte sempre da un singolo per manifestare la collettività della dimensione umana – prosegue la regista – La guerra civile ha lasciato delle ferite che ancora oggi sono un aspetto della società del Paese. In particolare, per le donne che trovano una serie di difficoltà ad emanciparsi”.

Houria è una giovane donna, appassionata di danza classica, che subisce un trauma. L’incontro con altre donne che hanno vissuto situazioni simili alla sua la aiuterà a trovare un modo creativo per superare il proprio disagio e per portare avanti la propria passione.

Il film parla dell’esigenza che ciascuno di noi ha di esprimersi e di cosa accade quando non si ha più la possibilità di esprimersi attraverso le parole”, racconta Meddour.

Houria trova nell’arte della danza e nella solidarietà con le altre donne una via di salvezza. “La solidarietà femminile è essenziale perché ci rende più forti e ci dà la possibilità di illuminarci guardando l’altro – spiega la regista – Mentre l’arte aiuta a sentirci meglio perché è il mezzo con cui affermare se stessi e la propria visione del mondo. È lo strumento principale per uscire da noi e poter manifestare i nostri desideri e il nostro sentire”.