House of Gucci, l’intervista di Ciak a Lady Gaga

Lady Gaga racconta la sua Patrizia Reggiani, una donna che non assolve, ma alla quale ha voluto restituire umanità e spessore. Al cinema dal 16 dicembre con Eagle Picures

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Photo credit: Courtesy of Metro Goldwyn Mayer Pictures Inc. © 2021 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

Amore e denaro, tradimenti e vendette, pallottole e sangue. La storia di Maurizio Gucci, ricco rampollo della celebre casa di moda milanese, e della moglie Patrizia Reggiani, che il 27 marzo 1995 lo fece uccidere da due sicari, è diventata un film, House of Gucci, diretto da Ridley Scott, che nei panni della “vedova nera” – così veniva chiamata la Reggiani, condannata a 29 anni di carcere (ridotti a 26 in appello), e tornata in libertà dal 2017 – ha voluto Lady Gaga, dopo averla vista in A Star is Born di Bradley Cooper.

E Lady Gaga, al secolo Stefani Germanotta, è arrivata a Milano, teatro della maggior parte degli eventi rievocati nel film, per raccontare a Palazzo Parigi, dove l’abbiamo incontrata, la sua Patrizia. Un’assassina, certo, ma anche una donna profondamente ferita, ricca di umanità e contraddizioni. «È la mia lettera d’amore all’Italia», dice emozionatissima. Perché la Stefani con la quale abbiamo parlato a Milano non è la Lady Gaga della scena musicale, tutta provocazioni ed eccessi, ma una donna che mette a nudo timidezze e fragilità raccontandosi come attrice. Tanto da commuoversi fino alle lacrime pensando all’orgoglio del padre, siciliano, quando sul palco degli Oscar l’ha vista con la statuetta per la migliore canzone, Shallow.

«Sono felice di essere di nuovo in Italia, dove sono nati i miei genitori. House of Gucci è stata un’esperienza bella e spirituale, ma anche difficile perché il personaggio che interpreto ha compiuto un crimine terribile. Volevamo restituirla però con molto rispetto per l’Italia e gli italiani, facendo emergere la grande umanità di questa donna, che i media hanno invece trascurato. Volevamo raccontare chi erano veramente i Gucci dietro il successo e la ricchezza, l’amore di Patrizia per Maurizio, l’ossessione per gli affari che ha calpestato le persone».

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Lady Gaga parla del suo lavoro di preparazione: «Proprio come una giornalista ho cominciato a investigare sulla famiglia Gucci, sulle loro origini toscane e la costruzione di un impero. In fondo la loro storia si avvicina a quella della mia famiglia, anche se noi non siamo arrivati così in alto. Mio nonno, Giuseppe Germanotta, aveva la medesima passione per il cuoio e fabbricava scarpe. Anche lui oggi sarebbe molto orgoglioso di me».

«Volevo restituire Patrizia in tutta la sua autenticità di donna immersa in una certa cultura. Sono una grande fan della moda italiana, che mi ha ispirato per tutta la vita, e se in una scena all’inizio del film, durante una festa in maschera, sono vestita come Liz Taylor, sono state Gina Lollobrigida e Sofia Loren a ispirarmi. Ho trascorso molto tempo a riguardare i loro film. Gli abiti di scena sono stati importanti, ma non volevo imitare Patrizia che vestiva Gucci. Abbiamo studiato tutte le sue foto e i video nell’arco di trent’anni, poi però ho guardato a mia nonna e mia madre. Sono partita da Stefani per costruire la mia Reggiani, abbandonando, come avevo già fatto per A Star is Born, i miei capelli biondi. Nel film non dovevo essere bella, ma onesta, autentica. La stessa Patrizia infatti non è sempre bella, anche perché a un certo punto della sua vita implode e il trucco e i vestiti non fanno che amplificare quello che ha dentro. Non doveva brillare come i Gucci, lei era fatta di un’altra pasta, veniva da una classe sociale modesta. A dodici anni sua madre le mostrava le foto degli uomini ricchi da sposare, cosa che oggi sarebbe considerata un abuso. Ha sposato Maurizio, che apprezzava molto la sua forza, ma poi, dopo essere stata schiacciata da un business al maschile che ha condizionato tutta la sua vita, ha perso tutto: l’uomo che amava, la vita che sognava, il suo posto nel mondo che desiderava. Il marito l’aveva estromessa dagli affari di famiglia e lasciata per un’altra donna. Quando Patrizia era malata di tumore al cervello, Maurizio non andava neanche a farle visita. A un certo punto lei è impazzita, come un animale affamato, rendendosi colpevole di un gesto orribile».

Courtesy of Metro Goldwyn Mayer©2021 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved

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Non saprebbe cosa dire a Patrizia, se la incontrasse oggi. «Interpretare una omicida è stata dura, ma io ho trovato un modo per amarla, per provare compassione. Patrizia è una donna italiana che voleva amore e una vita migliore. Come tante pensava che la sua sopravvivenza fosse legata alla bellezza e a un buon matrimonio. Alle donne invece vorrei dire questo: se vi sentite messe da parte, resistete, restate salde, non perdete la testa». E chissà se questo film non contribuirà a modificare l’immagine pubblica della Reggiani, dipinta all’epoca solo come un’avida arrampicatrice sociale. «Quando Patrizia ha sposato Maurizio, i Gucci avevano voltato le spalle al marito, costretto infatti a cercarsi un altro lavoro. Non l’ha sposato per soldi, ma per amore». E a proposito della sua nuova carriera cinematografica, rilancia: «Studio recitazione da quando ero bambina, fare l’attrice è sempre stato il mio sogno, ma oggi non sarei qui se non avessi incontrato Bradley Cooper. Mi piacerebbe ora imparare a parlare ancora meglio la vostra lingua per recitare in un film italiano». Messaggio ricevuto, forte e chiaro.