Il bacio di Klimt, la recensione del docufilm di Nexo Digital

Un film evento per tutti gli amanti dell'arte di Gustav Klimt

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Il bacio di Klimt

Dopo il successo internazionale di “Klimt & Schiele. Eros e Psiche” arriva per la prima volta al cinema il film evento sul capolavoro del Belvedere di Vienna, Il bacio di Klimt, diretto da Ali Ray. In sala solo per due giorni, il 30 e 31 gennaio, con Nexo Digital. 

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IL FATTO

È uno dipinti più suggestivi, conosciuti e riprodotti. Realizzato intorno al 1908, cinque anni dopo una visita a Ravenna e la folgorazione per i mosaici bizantini, Il Bacio è uno dei capolavori di Gustav Klimt (1862-1918), un titano della Secessione, capace di creare mondi che fondevano sensualità e mitologia antica alla modernità più radicale. L’opera è conservata al Belvedere di Vienna. Quest’ultimo è uno dei principali musei pubblici al mondo, con il suo complesso di palazzi barocchi e un giardino che incanta con la sua singolare energia. Accoglie ogni anno 1 milione e mezzo di visitatori, e al suo interno c’è la più grande collezione esistente di dipinti di Klimt: 24 opere integrate da numerosi prestiti permanenti, tra cui appunto il celebre Bacio. Ma come ha fatto questo dipinto a ddivenire così famoso? A trasformarsi, tra le altre cose, in un’icona pop ma anche nel poster più popolare tra quelli appesi alle pareti dei dormitori degli studenti di tutto il pianeta, da Pechino a Boston? Il bacio di Klimt

L’OPINIONE

Prova a rispondere a questi interrogativi il docufilm diretto da Ali Ray (Frida Kahlo, 2020) che apre la stagione 2024 della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital. Arricchito dalla musica di Asa Bennett, si addentra nei dettagli aurei del quadro (che conferiscono alla composizione luce calda e profondità), nei disegni decorativi, nel simbolismo e nell’erotismo del suo artefice. L’eccezionale voce di quest’ultimo si intreccia con le istanze della Belle Époque ma anche col pensiero di Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, senza cui sarebbe impossibile leggere e interpretare i diversi livelli dell’opera. Perché, come ben sintetizza uno dei tanti interventi del docufilm, «Il Bacio poteva essere dipinto solo quando è stato dipinto, esattamente in quel luogo ed esattamente da quell’artista». Klimt fu capace di cogliere le contraddizioni di una Vienna gloriosa e splendente, e allo stesso tempo oscura e intrigante. E di restituirle in un abbraccio, infinito e universale, di ori e colori.

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Klimt & Schiele – Eros e Psiche (2018) di Michele Mally, ma anche Klimt (2006), un film di Raoul Ruiz con protagonista John Malkovich.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
il-bacio-di-klimt-la-recensione-del-docufilm-di-nexo-digitalExhibition on Screen: Klimt & The Kiss, Gran Bretagna, 2023. Regia Ali Ray. Distribuzione Nexo Digital. Durata 1h e 30'.