Il mio amico Tempesta, la recensione del coming of age con Mélanie Laurent e Pio Marmaï

Dal 14 settembre al cinema con Eagle Pictures

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Carmen Kassovitz, Il mio amico Tempesta

Dal regista di Belle & Sebastien – L’avventura continua (2017), Christian Duguay, è in sala dal 14 settembre con Eagle Pictures Il mio amico Tempesta, adattamento del romanzo francese “Tempête au haras” di Christophe Donner e del graphic novel “Corri, Tempesta!” di Donner e Jérémie Moreau. Il film vede protagonisti Mélanie Laurent, Pio Marmaï nel ruolo dei genitori della giovane Carmen Kassovitz.

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IL FATTO:

Zoe è letteralmente nata nelle scuderie dei suoi genitori e cresce circondata dai cavalli, il suo sogno è quello di diventare una fantina. Nello stesso giorno di Zoe è nata anche Tempesta, la puledra con cui la bambina crea un legame particolare. In una notte di bufera, però, Tempesta, in preda al panico, cade su Zoe e manda in frantumi i suoi sogni di una carriera agonistica. Contro ogni previsione, Zoe si rialza e tenta l’impossibile per realizzare il suo destino.

L’OPINIONE:

Christian Duguay, dopo Un sacchetto di biglie (2017) e Belle & Sebastien – L’avventura continua (2015), si conferma regista ormai esperto nel genere dei coming of age. Con Il mio amico Tempesta traspone il racconto di Christophe Donner, divenuto grazie a Jérémie Moreau anche graphic novel con il titolo “Corri, Tempesta!”, edito in Italia da Tunué, in un film toccante e delicato che guarda con attenzione alle relazioni familiari.

A differenza di molti dei film che trattano il tema del rapporto tra animali e persone, Il mio amico Tempesta non si sofferma in modo eccessivo sulla relazione che la protagonista Zoe allaccia con il cavallo. Nelle scuderie in cui la famiglia della ragazza vive e lavora per preparare i cavalli alle gare si respira un’aria di grande affetto e rispetto verso gli animali che vengono ospitati, ma ciò che davvero cattura l’interesse narrativo di Duguay sono soprattutto le relazioni familiari tra Zoe, i suoi genitori e il fratellino minore.

Mélanie Laurent e Pio Marmaï interpretano con equilibrio e realismo i genitori della ragazza e le loro emozioni di fronte alle sfide che devono affrontare. Le loro aspirazioni, preoccupazioni e i loro sforzi quotidiani sono tutti rivolti alla creazione di una vera e propria impresa familiare che coniughi l’amore verso persone e animali con l’impegno per la crescita e il successo della scuderia. I progetti imprenditoriali della famiglia però non riescono ad avere successo e tutto sembra andare ancora più in frantumi quando Zoe rimane gravemente infortunata a causa proprio di Tempesta.

A questo punto del racconto Duguay si concentra sull’analisi dei rapporti familiari e riesce a raggiungere un notevole livello di intensità rispetto alla parte iniziale più puramente descrittiva. Le emozioni di Zoe sono analizzate con scrupolo e le relazioni interne alla famiglia, soprattutto quelle da parte della madre, suscitano un coinvolgimento da parte dello spettatore via via sempre più deciso.

Il mio amico Tempesta è il tipo di coming of age che infonde speranza e motivazione senza eccedere nel pietismo o nel racconto favolistico.

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Gli altri due film del genere diretti da Christian Duguay: Un sacchetto di biglie (2017) e Belle & Sebastien – L’avventura continua (2015).

RASSEGNA PANORAMICA
voto
il-mio-amico-tempesta-la-recensione-del-coming-of-age-con-melanie-laurent-e-pio-marmaiDal regista di Belle & Sebastien - L'avventura continua (2017), Christian Duguay, è in sala dal 14 settembre con Eagle Pictures Il mio amico Tempesta, adattamento del romanzo francese “Tempête au haras” di Christophe Donner e del graphic novel "Corri, Tempesta!” di Donner e...