La conversione, al via le riprese del nuovo film di Marco Bellocchio

Con Paolo Pierobon, Barbara Ronchi, Fausto Russo Alesi, Filippo Timi e Fabrizio Gifuni, il film sarà in sala da 01 Distribution

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Marco Bellocchio

Sono iniziate a Roccabianca (Parma), le riprese del nuovo film di Marco Bellocchio, La conversione, ispirato alla storia di Edgardo Mortara, il bambino ebreo che nel 1858 fu allontanato dalla sua famiglia di origine per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX.

La conversione

La conversione è interpretato da Paolo Pierobon, Barbara Ronchi, Fausto Russo Alesi, Filippo Timi e Fabrizio Gifuni e da Enea Sala (Edgardo Mortara da bambino) e Leonardo Maltese (da ragazzo).

Il film è una produzione IBCmovie e Kavac Film con Rai Cinema con il sostegno della Regione Emilia Romagna e il supporto della sua Film Commission, in coproduzione con Ad Vitam Production (Francia) e Match Factory Productions (Germania) ed è prodotto da Beppe Caschetto e Simone Gattoni.

La sceneggiatura è di Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati, Daniela Ceselli e la consulenza storica di Pina Totaro; la fotografia è di Francesco Di Giacomo, la scenografia di Andrea Castorina, i costumi di Sergio Ballo e Daria Calvelli, il montaggio è di Francesca Calvelli.

Il film si gira in diverse location dell’Emilia Romagna, a Roma e Parigi e le riprese termineranno a settembre. La conversione sarà distribuito in sala da 01 Distribution.

“Ho letto anni fa un articolo su Edgardo – racconta Bellocchio -, questo ragazzino ebreo portato via alla famiglia e che poi divenne cristiano e prete, ho comprato anche il libro di Messori che difende il Papa, ho pensato che la storia meritasse un film. Ho saputo che Spielberg aveva già questo progetto, era venuto in Italia per i sopralluoghi visitando la scuola dei catecumeni a Bologna, certo la sua sarebbe stata una versione inglesizzata della storia. L’anno scorso, ero negli Stati Uniti con Pierfrancesco Favino e ho scoperto che Spielberg aveva rinunciato al progetto non trovando l’attore ragazzino. Spielberg si basava sul bestseller ‘Prigioniero del Papa’ di David Kertzer. Noi attingiamo alle fonti dirette, documenti storici, atti processuali, con la consulenza della storica Pina Todaro. Sarà un film di ricostruzione storica. È come se la storia di Mortara passasse attraverso snodi storici strategici, tra cui la caduta del potere temporale del Papa. Il film non potrà seguire tutta la vita di Mortara, morto a novant’anni. Si partirà con il suo rapimento per finire, parlando in termini lineari, con la presa di Porta Pia. [Al centro del film] ci sarà il mistero della conversione. Ma non nel senso di Messori, che dice che si era veramente convertito. Si parte dalla indubbia violenza terribile perpetrata verso un bambino e dovuta al fanatismo religioso, l’idea che in nome di una fede si potesse fare tutto. Non sarà possibile farlo ma si potrebbe immaginare il nostro Mortara che si ritira in Belgio e muore nel ’40, avendo visto le croci uncinate, il nazismo, la nuova violenza contro il popolo ebraico”.