La vita, o il destino se vogliamo, può sorprendere anche nei momenti più bui e tragici. É quello che accade al Pietro Rinaldi, protagonista de L’ultima settimana di settembre interpretato da Diego Abatantuono. Il film, esordio alla regia in un lungometraggio di Gianni De Blasi, è tratto dal romanzo omonimo di Lorenzo Licalzi e vede al fianco di Abatuono, che continua ad esplorare i diversi modi di essere nonno, il giovane Biagio Venditti. L’ultima settimana di settembre è al cinema dal 12 settembre con Medusa Film.
L’ultima settimana di settembre, la trama
Pietro Rinaldi (Abatantuono) è un anziano scrittore in declino. Rimasto vedovo e ormai stanco della vita, progetta di suicidarsi nel giorno del suo compleanno ma un’inattesa tragedia sconvolge i suoi propositi. La morte improvvisa di sua figlia e del genero a causa di un incidente automobilistico, lo porta a doversi occupare del nipote adolescente Mattia (Venditti). Nonno e nipote, che si sono fino ad allora ignorati, si ritrovano a vivere una dolorosa, quanto indesiderata, convivenza in un viaggio che si rivelerà fondamentale per loro e che cambierà per sempre i loro destini.
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“Il destino può salvarti la vita quando vuoi ammazzarti. Pietro è una persona estremamente cinica, che all’inizio del film per una serie di motivi decide di ammazzarsi, ma il destino lo porta a frequentare suo nipote. In questo sta il tema: parlare con le persone, avere un dialogo. Il nipote non conosce il nonno e il nonno non vuole lui, è una forma clamorosa di rifiuto, ma è lui che salva la vita al nonno”, spiega Abatantuono entusiasta de L’ultima settimana di settembre.
“Volevo risvegliare sentimenti sopiti con un film, non tanto lanciare messaggi particolari”, dice il regista e cosceneggiatore insieme a Antonella Gaeta e Pippo Mezzapesa de L’ultima settima di settembre, road movie del tutto particolare, che si sviluppa come una sorta di coming of age a doppia direzione, in avanti per il nipote, indietro nel tempo verso la vita per il nonno.
