«Perché raccontare Enzo Ferrari? Perché credo che la sua storia sia profondamente
umana e i conflitti della sua vita universali. Il lutto, il dolore, l’amore, l’ambizione.
Riguardano tutti noi». Michael Mann non ama definirlo biopic, ma un vero e proprio
drama, il suo Ferrari, presentato oggi alla stampa in anteprima mondiale alla Mostra del
Cinema di Venezia. Da regista – e sceneggiatore, insieme a Troy Kennedy Martin – Mann ha scelto infatti di raccontare un periodo molto particolare della vita di Enzo Ferrari, il 1957, anno in cui il celebre imprenditore modenese si trovò ad affrontare una doppia crisi, personale e professionale. «In quell’anno emersero i più grandi conflitti della sua vita» spiega Mann. «L’azienda rischiava la bancarotta, il suo matrimonio stava andando a rotoli, aveva appena perso il figlio Dino e combatteva con l’eredità di un altro figlio, non riconosciuto. Quell’anno ha riunito tutto il suo passato, presente e futuro».
A dare il volto ad Enzo Ferrari un centrato Adam Driver, prima grande star hollywoodiana
arrivata al Lido nel pieno dello sciopero grazie alla deroga che permette ai film
indipendenti e non appartenenti alla AMPTP di svolgere promozione (Ferrari è prodotto
da STX Entertainment). Con Driver, ieri, c’era Patrick Dempsey, che nel film interpreta il
pilota Piero Taruffi. «Diamo il nostro pieno sostegno allo sciopero SAG-AFTRA. Siamo
contenti di essere qua e supportare un film che non fa parte della AMPTP e che abbiamo
girato con tante difficoltà» hanno spiegato.
Driver torna ad interpretare un’icona italiana dopo il Maurizio Gucci di House of Gucci (2021), spostandosi dal mondo della moda a quello dei motori. Un mondo che conosceva poco, ammette, ma che lo ha lasciato affascinato: «Più che dalle macchine (che la produzione non mi ha lasciato toccare più di tanto! ride) sono rimasto affascinato dalla mentalità dei piloti. Capisci quanto sia importante rimanere focalizzati sul momento perché non puoi permetterti distrazioni. Questo mindset mi è stato utile per interpretare il personaggio. Enzo è istintivo, impulsivo, riesce a compiere decisioni veloci e da solo, grazie ad un focus sempre presente». Chi invece non vedeva l’ora di mettersi al volante di quelle macchine storiche, Patrick Dempsey, pilota professionista (oltre che attore) e grande appassionato di gare. «Conoscevo la storia di Enzo, avevo letto i libri, mi aveva sempre affascinato questo mondo. Quando mi capitò di leggere lo script di Michael oltre 10 anni fa, ho subito pensato: ‘È il miglior copione mai scritto nel mondo dei motori’. Volevo farne parte a tutti i costi».