Gli Incredibili 2: è il momento di mamma Helen, ovvero, l’irresistibile Elastigirl

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Gli incredibili 2

Prima di frantumare il record di incasso dei film animati sul territorio Usa, Gli Incredibili 2 era già diventato “il sequel atteso più a lungo”: 14 anni. E per capire che voragine significhi in termini generazionali, bastano pochi esempi: nel 2004 il presidente Usa era George W. Bush, quello italiano Carlo Azeglio Ciampi, e il Papa era ancora Giovanni Paolo II, cioè Wojtyla.

Quanto ai supereroi, le uniche franchise allora di successo erano state X-Men & X-Men 2 di Bryan Singer e Spider-Man & Spider-Man 2 di Sam Raimi. Nemmeno l’ombra degli Iron Man, dei Captain America, degli Avengers…. Quanto invece alla vita di Bob e Helen Parr (cioè Mr. Incredibile e Elastigirl, più i loro tre superfrugoletti), ovvero “una normale” famiglia di supereroi, come recitava il sottotitolo del primo Gli Incredibili, queste le novità se fossero veramente passati 14 anni: Flash, il maschio più grande, avrebbe ormai finito l’università e quello poppante, Jack-Jack, starebbe invece quasi per prendere la patente. Ma grazie alla semiotica della proverbiale sospensione dell’incredulità, siamo invecchiati noi spettatori, ma non loro: altrimenti a che servirebbe essere supereroi?

Il regista è sempre Brad Bird, 60 anni, una vera leggenda, compagno di classe nel corso di animazione del CalArts (California Institute of the Arts) di John Lasseter, Tim Burton, Andrew Stanton, Pete Docter e Henry Selick. Dopo aver collaborato alle prime otto stagioni de I Simpson, ha esordito a 42 anni come regista in proprio con il cultissimo Il gigante di ferro, tratto dal libro L’uomo di ferro che il poeta inglese Ted Hughes aveva scritto per confortare i suoi due figli dopo la morte della madre, la poetessa americana Sylvia Plath, e omaggiato da Steven Spielberg in Ready Player One. Poi è diventato il primo ad aver vinto due Oscar dell’animazione (Ratatouille, Gli Incredibili),
candidato anche due volte nella categoria sceneggiatura, senza distinzioni. E infine è stato
uno dei primi a passare, nel 2011, al cinema live, con Mission: Impossible – Protocollo fantasma. Ed è probabilmente l’unico al mondo che poteva rinunciare a dirigere il settimo episodio di Star Wars, popolare di sempre, per privilegiare invece quello ipotetico e tutto nuovo di Tomorrowland, una vera scommessa che infatti non ha funzionato.

Gli incredibili 2

Per raccontare una storia che non fosse identica alla prima volta, ma che avesse uno sviluppo come in quei rari sequel che sono stati considerati almeno allo stesso livello dei loro originali, se non addirittura superiori (Il padrino – Parte II, L’Impero colpisce ancora, Terminator 2 – Il giorno del giudizio, Aliens – Scontro finale), Bird ha escogitato due trucchi: la nascita di un movimento popolare per rendere di nuovo legali i supereroi, e, nel frattempo, lo scambio di ruoli in famiglia: Elastigirl viene scelta come testimonial del movimento, per cui Mr. Incredibile è costretto a sostituirla nei compiti domestici, da tutor scolastico a casalingo e a “mammo”. Il trucco stilistico invece è stato alternare di continuo l’azione adrenalica e supereroica (il nuovo cattivo è il misterioso e minaccioso Ipnotizzaschermi), con le scene familiari, perché il pubblico non si assuefacesse mai del tutto a nessuna delle due. In più, Bird ha fatto suo il mantra di Steve Jobs, ex capo della Pixar: «Non chiedere mai al pubblico quello che vuole. Mostragli invece quello che piace a te e ci sono molte probablilità che piacerà anche a lui».

MARCO GIOVANNINI