Oliver Stone a Torino tra Vietnam, caso JFK e nucleare: «Il mio cinema mosso da bugie»

Il regista premio Oscar si racconta al pubblico del Torino Film Festival

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Ospite di punta del Torino Film Festival 2023, Oliver Stone, anche destinatario del premio Stella della Mole, accompagna il discusso documentario Nuclear Now (distribuito da I Wonder e acquisito da La7), incentrato sui vantaggi offerti dall’energia nucleare per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. 

Nell’affollata masterclass tenuta al TFF, Stone ha affrontato dei punti nodali del suo cinema, a cominciare da ciò che lo ha spinto a diventare regista. «Sono stato mosso soprattutto dalle bugie che mi attorniavano», esordisce. «Anzitutto quelle dei miei: pensavo di vivere in una famiglia felice, invece si tradivano a vicenda e si lasciarono. Fu brutale. Ho fatto l’insegnante, sono stato in marina, non ho completato gli studi a Yale. Avevo raccolto tante storie, pensavo di diventare uno scrittore. Ma subentrò la seconda bugia, il Vietnam, dove ho combattuto nel reparto di fanteria. Ho visto quanti civili sono morti, quanti di noi, spesso inesperti, sono stati colpiti da commilitoni; una delle due ferite che io stesso ho riportato è stata causata dal fuoco amico. E gli americani dicevano di averla vinta, questa guerra!»

Un caso sempre aperto

«La terza grande bugia», prosegue Stone, «è l’omicidio di Kennedy, peraltro avvenuto proprio nel periodo in cui i miei genitori stavano divorziando. La commissione Warren fece cattive ricerche, propose ricostruzioni ridicole, non c’era davvero la volontà di mettere insieme i tanti pezzi del caso. C’erano implicazioni di Cuba, della CIA, di movimenti di destra, con testimoni che sparivano. Kennedy era un uomo di pace, il miglior presidente. Voleva far finire il conflitto, trovare un punto d’incontro con l’Unione Sovietica. Johnson, il suo successore, era tutto l’opposto.» Un argomento sul quale il regista è ritornato più volte, con un documentario e una serie successivi a JFK – Un caso ancora aperto (1991), che contiene già le osservazioni sopracitate. «Ho dovuto condensare parecchi personaggi, per esempio creando una figura che ne rappresentasse due. Per le questioni sollevate, quel film ha compromesso la mia carriera, ma ne è valsa la pena.»

Il nucleare

I clamorosi incidenti avvenuti negli Stati Uniti (1979), in Ucraina (1986) e in Giappone (2011) non aiutano la popolazione mondiale ad avere fiducia nelle possibilità dell’energia nucleare. In Italia il suo impiego è stato bocciato da due referendum. Il controverso ma convinto Stone, pure autore nel 2017 della miniserie The Putin Interviews (e ribadisce l’idea che la Russia intenda solo difendersi), replica: «Molti hanno paure preconcette sul nucleare, personaggi famosi come Jane Fonda o Bruce Springsteen lo avversano da tempo. In Nuclear Now invitiamo comunque a proseguire con l’uso delle rinnovabili, ma da sole non basteranno a contrastare le conseguenze del riscaldamento globale. Nel documentario sentirete il parere favorevole di molti scienziati a proposito dell’energia nucleare, che adesso è sicura, è un fatto, e il problema dei rifiuti oggi non è paragonabile ai danni recati dai combustibili. Purtroppo le lobbies del petrolio hanno ancora tantissimo potere; si ricorre al metano per coadiuvare l’energia pulita, ma resta un gas tossico.»

Di Massimo Arciresi