Per niente al mondo, il regista Ciro D’Emilio: «Una storia che potrebbe capitare a chiunque»

In sala dal 15 settembre con Vision Distribution il film con Guido Caprino tratto da storie vere

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Guido Caprino, Per niente al mondo

È una storia che potrebbe capitare ad ognuno di noi”, così il regista Ciro D’Emilio definisce Per niente al mondo, la sua opera seconda, un crime-drama che vede protagonista Guido Caprino, al cinema dal 15 settembre con Vision Distribution.

Dopo il successo del suo esordio, Un giorno all’improvviso, con Anna Foglietta, presentato in concorso in Orizzonti alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia e vincitore ai Nastri d’argento per la Miglior Interpretazione Femminile, D’Emilio con Per niente al mondo si dedica a una storia ispirata a fatti realmente accaduti, “fondata su certezze che possono crollare da un momento all’altro”.

Caprino interpreta Bernardo, uno chef di successo a cui non manca niente: talento, amici, ambizioni. Un giorno Bernardo viene ingiustamente accusato e incarcerato e da quel momento il suo mondo sprofonda inesorabilmente.

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“La storia parte da un’idea di felicità molto radicata nel nord-est d’Italia – ha spiegato a Ciak Ciro D’Emilio – basata sulla missione lavorativa, che vede il valore della persona nei risultati raggiunti. Togliere queste certezze ad un personaggio come Bernardo significa gettarlo nel baratro”.

Per realizzare questa storia il regista, insieme allo sceneggiatore Cosimo Calamini, come già nel suo primo film, ha studiato diversi casi giudiziari legati a condanne che poi si sono rivelate sbagliate.

“Avevo letto tantissime storie realmente accadute di persone che erano state arrestate ingiustamente. La cosa che mi stupiva delle varie vicende non era tanto il tempo che queste persone avevano trascorso in carcere da innocenti, ma il rapporto che c’era tra queste e la loro arena. Coloro che precedentemente li avevano sostenuti, magari anche elogiati, finivano quasi sempre, nonostante le accuse fossero cadute, col ribadire quanto queste vicende lascino comunque una macchia indelebile nella vita dell’accusato”, continua il regista.

Più che sul tema della legalità, Per niente al mondo si concentra su quello della fiducia nelle persone e nella giustizia. La storia di Bernardo si sofferma sulle ripercussioni che la sua disavventura giudiziaria ha nella sua vita e nei rapporti con le persone che lo circondano.

“Bernardo comincia a combattere contro se stesso per riavere indietro tutto ciò che gli è stato tolto, a qualsiasi costo, ma questo significa sradicare dalla mente delle persone un preconcetto ormai consolidato”, spiega il regista.

Senza esprimere un giudizio sui personaggi, il film viaggia su tre linee temporali che si intrecciano e compongono il quadro di una vita basata su amicizie fittizie e una effimera ricerca del successo che si sgretola di fronte alla paura di una sentenza, sia essa vera o iniqua.

“Siamo tutti quanti allo scoperto, rischiamo tutti di essere condannati da un momento all’altro. A differenza del mio primo film, in cui raccontavo un caso specifico capace di diventare universale grazie alle emozioni, l’eccezionalità di questa storia sta nel fatto che la sua trama e tutta l’evoluzione dei personaggi appartengono ad ognuno di noi”, conclude il regista.