Piano Piano, Nicola Prosatore: «Un racconto al femminile crudo e realista»

Il regista parla a Ciak del suo film d'esordio: un racconto di formazione nella Napoli che sta per vincere lo Scudetto del 1987

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Per il suo primo lungometraggio Piano Piano (al cinema dal 16 marzo 2023 con I Wonder Pictures) Nicola Prosatore si è ispirato a un racconto personale di Antonia Truppo, sua compagna di vita. «Quando ci siamo conosciuti mi ha raccontato della sua infanzia a Capodichino, dove c’erano delle case che sono state espropriate per dar luce al cavalcavia dell’Asse Mediano. Le ho promesso che questa storia di cambiamento coatto e di formazione sarebbe stata il mio primo film. E così è stato», racconta a Ciak il regista, che recentemente ha diretto la serie Wanna.

Piano Piano, prodotto da Briciolafilm con Rai Cinema e presentato in anteprima a Locarno e Alice nella Città, è ambientato a Napoli, nel 1987, nelle ultime due settimane del campionato dove i biancocelesti vinceranno il primo scudetto. In una città che spera nel riscatto, Anna (l’esordiente Dominique Donnarumma) è una 13enne che ha fretta di diventare grande. Sua madre Susi (Truppo) ripone in lei le aspettative di una vita che non ha mai vissuto. L’incontro con il coetaneo Peppino (Giuseppe Pirozzi), con Ciro (Massimiliano Caiazzo), giovane scagnozzo di Don Gennaro (Lello Arena), e con il Mariuolo (Antonio De Matteo), porterà Anna ai confini di quel piccolo mondo di periferia che sta per essere cancellato per far spazio a una sopraelevata. Per la ragazza sarà soprattutto un momento di transizione tra l’infanzia e il futuro.

«Ho voluto fare un film abbastanza crudo e realista, con un forte punto di vista della protagonista – ci racconta sempre ProsatoreAnna vive un periodo di vita positivo, emozionante, anche doloroso, che ho voluto raccontare in prospettiva vincente. I momenti così magici, di cambiamento estremo, anche fisicamente, sono rari nella vita». Oltre a scegliere la protagonista e la location adatte, per il regista è stato importante ambientare il film mentre Napoli è in fermento per il calcio. «La vittoria del primo scudetto mi è sembrata una bellissima metafora per questa storia – conclude – Mi sono ispirato al dipinto La Libertà che guida il popolo di Delacroix per il fotogramma in cui Anna stringe in mano la bandiera del Napoli. L’ho trovato un bel simbolo di libertà personale per questo racconto femminile».