Pierfrancesco Favino per #Soloalcinema: “prometto tutto il mio impegno”

In un lungo intervento, l'attore torna a parlare del sistema cinema e del futuro.

0
Pierfrancesco Favino #soloalcinema
Pierfrancesco Favino #soloalcinema

L’hanno già definita la “Giornata del Cinema in Sala”, ipotizzando che possa diventare un momento da ricordare, ripetere e celebrare. E in effetti la presentazione di #Soloalcinema e delle iniziative per il rilancio del cinema in Italia ha visto su uno stesso palco Anica, Anec, Accademia del Cinema Italiano – David di Donatello, Alice nella Città e tutte le maggiori associazioni di categoria per un obiettivo comune. Duplice: riportare in sala il pubblico che già la frequentava e che non vede l’ora di tornare al cinema, e raggiungere e conquistare gli spettatori potenziali, che siano i troppi italiani ancora non conquistati dalla magia della settima arte o le nuove generazioni, da ‘educare’ alla magnificenza di certi spettacoli.

#Soloalcinema, il dettaglio del progetto per il rilancio del cinema in Italia

Si torna a parlare di scuola, al centro dei progetti del governo e dei pensieri di tutta la filiera. Oltre che del discorso fatto durante i David di Donatello da Pierfrancesco Favino, presente all’incontro e che regala un intervento accorato e molto intenso, che vi riportiamo integralmente:

Mi chiamo Pierfrancesco, vedo cinema da 40 anni, e non sono riuscito a smettere. Non ho intenzione di smettere. Ho provato, mi è stato suggerito negli ultimi tempi di stare su un divano, stare a casa. Dice che passava, non mi è passata. Sono molto contento di avere ancora questo virus.
#Soloalcinema è per noi una evidenza, per noi che ci siamo formati e abbiamo formato la nostra identità al cinema. Non deve stupire che ci siano tanti attori che partecipano come menti pensanti e partecipanti di un sistema. Faccio parte anche io di Unita: 1200 attori che vorrebbero avere l’opportunità di partecipare da coscienza civile quale siamo alle decisioni che vengono prese sul mondo al quale sentiamo di appartenere e oggettivamente apparteniamo.
Riguardo quanto detto sulle scuole, scusate se faccio io questo discorso, anche se non dovrebbe essere un attore a farlo.
Abbiamo due problemi, uno a breve termine l’altro no: Come riportare al cinema le persone che ci sarebbero andate e Come portarci quelle che non ci vanno.
Veniamo da un anno e mezzo in cui siamo stati privati del potere di uscire dal nostro mondo individuale. Il nostro mondo è diventato casa nostra, ci ha riparato per un primo periodo, ma adesso è diventata una gabbia. Abbiamo bisogno di qualcuno che dica che questi luoghi sono sicuri, serve un intervento delle istituzioni che dicano come si tra seduti, come si può entrare, che sono luogi sicuri, teatri e cinema, perché altrimenti saremo qui a dire delle belle parole che in un anno e mezzo hanno perso il loro valore, si suono svuotate di senso. Arte, cinema e cultura sono sgonfi in questo momento.
Credo che dovremmo parlare al cuore delle persone. Le persone hanno un disagio e devono saper che cinema può lenire quel disagio. Può consentire loro di stare vicino a persone che non conoscono. Gli altri ormai son diventati latori involontari di un virus. Abbiamo tutti paura di quelli che non conosciamo. Questi luoghi sono fatti per quelli che non conosciamo. E sono fatti per andare a vedere le storie di persone che non conosciamo.
Non le storie che un algoritmo decide saranno quelle che ci piaceranno. Il nostro gusto muta, cambia, cresce. Io non posso essere la stessa persona che ti dice quali sono i dieci film che mi piacciono e a distanza di un anno mi devono piacere gli stessi film. Il cinema serve anche a questo, a creare gusto. Noi tutti dobbiamo tirarci su le maniche e dire qul è il gusto che vogliamo creare e soprattutto qual è il pubblico che vogliamo formare.
E non possiamo non farlo partendo dalla scuola. Mettendo loro in mano gli strumenti. Ce li hanno già, ma li usano male, possiamo digitalizzare tutta la nazione, ma rischiamo di avere una popolazione che non sa digitare il proprio nome.
Io credo che abbiamo una grandissima opportunità, quella di decidere dove vogliamo andare. E per quello che ci riguarda, vogliamo essere parte attiva di questo. Noi sappiamo cosa vuol dire, perché abbiamo dedicato tutta la nostra vita a questa passione. E appartengo a una categoria capace di lavorare con straordinari non pagati per la riuscita di qualcosa di tanto effimero come una inquadratura. E parlo di elettricisti, macchinisti, roulottisti… E’ difficile da spiegare.
Il fine di tutto queto è riuscire a raccontare le storie che si possono vedere solo al cinema. Ma dobbiamo far capire perché queste stoire si possano vedere solo al cinema.
Io prometto tutto il mio impegno, per fare in modo che questo #Soloalcinema sia effettivamente Solo al Cinema.
Sarò anche io alle Notti Bianche, voglio andare nelle scuole, come molti di noi. Fatecelo fare. Facciamoci andare i direttori della fotografia, gli operatori, gli sceneggiatori… e fra cinque, otto anni avremo delle altre persone in sala.

Tutti concordi, insomma, sulla necessità di sviluppare “un piano di iniziative e di promozione”, un progetto collettivo e “inclusivo” al quale possano dare il loro apporto tutte le associazioni e sigle di categorie. Da quelle che sostengono #Soloalcinema: CNA Cinema – Confederazione Nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa – UECI Unione Esercenti Cinematografici Italiani – Gianluca Curti, ACEC – Associazione Cattolica Esercenti Cinema – Francesco Giraudo, FAPAV – Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali con Federico Bagnoli Rossi e FICE Federazione Italiana Cinema d’Essai. A quelle che partecipano alle Notti Bianche: U.N.I.T.A. con la sua Presidente Vittoria Puccini, 100Autori, ANAC con Antonio Cataldo, la Fondazione Cinema per Roma e per SNGCI – i Nastri d’Argento Laura Delli Colli, AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema, il Festival di Taormina e NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.

Il lavoro “collegiale” citato da Francesco Rutelli, dopo “un anno terribile che non è ancora del tutto alle nostre spalle”, ha portato dunque a una “raffica di iniziative”. Che potranno contare anche sul sostegno del Governo, come ribadito dal Ministro della Cultura Dario Franceschini nel messaggio letto da Mario Lorini dell’Anec nel quale si dettaglia il provvedimento che mira a sostenere e incentivare le riaperture delle sale cinematografiche “con ulteriori 40 milioni di euro”. Di seguito:

Una cifra che porta a 275 milioni il totale delle risorse straordinarie finora stanziate per la principale industria creativa del paese. A tali risorse sono state affiancate nell’ultimo anno diverse misure strutturali, per consolidare e incrementare il sostengo pubblico all’industria cinematografica e audiovisiva italiana.

Il Fondo Cinema e audiovisivo nel 2020 è stato aumentato a 510 milioni di euro, cifra ulteriormente incrementata nella legge di bilancio 2021, che ha portato il fondo a 640 milioni di euro annui a decorrere dall’anno in corso. Ciò ha permesso di stabilizzare l’incremento al 40% della quota di tax credit per la produzione e la distribuzione.

125 milioni di euro sono stati destinati al Fondo emergenza cinema e audiovisivo.

Si è avviato poi il radicale rilancio dell’Istituto Luce Cinecittà, con investimenti significativi per l’espansione e l’ammodernamento degli studios: ai 35 milioni già assegnati nel 2020 si sommeranno le risorse del PNRR, pari a 300 milioni di euro. Il progetto prevede anche il potenziamento del Centro sperimentale di Cinematografia e della Cineteca nazionale.

Si è dato infine piena attuazione alla norma che abolisce la censura, con la nomina dei membri della commissione per la classificazione delle opere cinematografiche. A tutto questo si aggiungono le norme contenute nel decreto legge Sostegni bis, con ulteriori 120 milioni per il cinema e un nuovo sistema di welfare per i lavoratori del settore.

L’ampliamento del Tax Credit per le produzioni, le nuove risorse per le sale devono poter contare su un rinnovato entusiasmo da parte del pubblico, obiettivo che Rutelli sottolinea. E che Lonigro ribadisce, parlando dell’entusiasmo messo da tutti i promotori delle iniziative in questione, uniti dal desiderio di libertà e una grande passione.

Notti bianche del cinema, festa per la ripartenza e omaggio a Fantozzi

Ma al centro di tutto, i film. Le nuove produzioni che faranno da traino al vero e proprio grande ritorno in sala.

A partire dal film promesso da Francesca Cima per il 1 luglio, La terra dei figli di Claudio Cupellini con Valerio Mastandrea e Valeria Golino, tratto da una graphic novel di Gipi. E poi tutti i generi che il pubblico italiano ha dichiarato – in un recente sondaggio – di riconoscere come vettori di velocizzazione, ossia tali da riportare rapidamente il pubblico nelle sale: thriller, azione, film internazionali, family e animazioni che saranno tutti presenti sul mercato. Insieme ai vari Crudelia, Dune, Suicide Squad, Fast and Furious 9, Black Widow e i tanti italiani, come gli annunciati nuovi di Cupellini e il Comedians di Gabriele Salvatores. Insieme

Dalla stessa ricerca si scopre che il 70% del pubblico italiano prevede di tornare al cinema tra giugno e luglio, e prima delle feste natalizie addirittura il 90%. Per questo saranno molte le occasioni per permetterglielo. “Per recuperare tempo perso e riavvicinarci al pubblico”, come dice Fabia Bettini di Alice nella Città. Ci saranno le Notti Bianche, il Festival di Venezia, i Nastri d’Argento, la Festa del Cinema di Roma, ma anche – per gli addetti ai lavori – Cinè e CineEurope, a ottobre a Barcellona. E cento altri appuntamenti nei quali verranno coinvolti attori e talent del cinema italiano, ma soprattutto “una prospettiva che si svilupperà nel tempo”, per arrivare almeno fino a Natale, per accompagnare il ritorno in sala e conquistare un nuovo pubblico. Il clima è cambiato, dicono tutti, finalmente uniti.