Pietro Castellitto: “Io cresciuto con il poster di Totti in camera”

Pietro Castellitto interpreta Francesco Totti nella serie targata Sky "Speravo de morì prima", disponibile dal 19 marzo. Con lui Greta Scarano nei panni di Ilary Blasi e Gian Marco Tognazzi in quelli di Luciano Spalletti

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Ci vuole coraggio a fare quello che ha fatto Pietro Castellitto, tifoso romanista doc che ha dovuto trovare il giusto distacco per interpretare uno dei suoi miti, Francesco Totti. Lo stesso Francesco che lo ha ringraziato per il lavoro svolto con la serie Speravo de morì prima (disponibile su Sky con i primi due episodi dal 19 marzo), per “averlo fatto uscire com’è realmente e avergli fatto scoprire cose che non conosceva”.

La sfida era quella di riuscire a creare una maschera che lo ricordasse, lo evocasse e che allo stesso tempo lo stupisse” – ha raccontato Castellitto in conferenza stampa – “Io ho trascorso la maggior parte delle mie domeniche su queste seggioline blu dello stadio, ma non avevo mai conosciuto Totti. Ho potuto farlo grazie a questa serie”.

Sono cresciuto col poster di Totti in camera, ero piccolo e lo guardavo mentre diventava uomo. Durante le riprese ho ritrovato un diario che ho scritto a nove anni, con un lungo capitolo dedicato proprio a Totti. Ci sono delle metafore bellissime, del tipo “Totti è l’inchiostro per la penna, le radici per gli alberi, la camera d’aria di un pallone… e infine un meraviglioso sillogismo che si conclude con “Il calcio non è calcio, se Totti non c’è”

“Ho scoperto un Totti loquace, che teneva banco, consapevole del suo ruolo, del mito che poteva rappresentare per un ragazzo cresciuto con le sue gesta sul campo, e il suo poster in camera. Se ci sono le premesse per divertirsi si diverte con te, senza alcun complesso. Da piccolo spesso allontanavo la paura della morte con Totti. Il tema principale di questa serie è la fine, e tutti si possono identificare con questo concetto. Tra l’altro lui è una rete di salvataggio, a prescindere dall’essere tifosi”.

Greta Scarano, l’amore di Totti un dramma shakespeariano

“Il momento dell’addio di Totti è stato incredibile, ricordiamo tutti dov’eravamo in quelle ore” racconta Greta Scarano, interprete della moglie di Totti, Ilary Blasi. “Per quanto riguarda la serie ho capito subito che c’era del materiale incredibile. Pietro ha lavorato con una grazia che non è da tutti, abbiamo raccontato questo rapporto così solido, nonostante una relazione lunga e pubblica. Un grande amore che mi piace immaginare sia simile a quello che Totti ha provato per la Roma. Quella coerenza del continuare a stare insieme in un momento difficile, l’ho vissuto come se fosse un dramma shakespeariano. Perché chiedere a un uomo di andare via dal mondo che l’ha reso quello che è, all’apice della sua carriera, mi sembra un dramma incredibile. E interpretare la donna che gli è stata accanto in quel momento per me è stato eccezionale“. 

Gian Marco Tognazzi: “Non mi piaceva l’idea del cattivo”

A fare da perno alla serie c’è, per forza di cose, il travagliato rapporto tra il 10 giallorosso e Luciano Spalletti, che nel 2016 tornò ad allenare la panchina della Roma. Ad interpretare l’allenatore toscano Gian Marco Tognazzi, il quale non ha voluto concentrarsi sul suo ruolo di antagonista, ma piuttosto sul disagio della situazione:

Ho cercato di trovare un filo conduttore e l’ho identificato nel disagio. Ma non solo da parte di Spalletti, ma di una società, di una squadra, di un gruppo e anche di Totti. Il disagio di dover gestire una serie di situazioni e riprendere un rapporto interrotto anni prima, dove ci sono stati dei non detti che si sono portati dietro. Non mi piaceva l’idea del cattivo. Ho voluto approfondire il credo calcistico di Spalletti che si basa su un’idea di gruppo, che supera l’idea del singolo. Ma in tutto ciò c’è anche una contradizione visto che nei primi anni aveva messo Totti al centro di tutto. Ho lavorato quindi sui non detti e sul rapporto interpersonale. Credo che loro due non abbiano avuto la capacità di confrontarsi fino in fondo”.

Tognazzi ci ha poi tenuto a sottolineare la disponibilità mostrata da Francesco e Ilary nel voler mostrare questo loro lato di vita privata: “Lo considero un atto di grandissima generosità quello di raccontarsi nel privato. Solo una grande coppia di campioni poteva farlo, un po’ come Sandra e Raimondo”.

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