Scuola di Ladri: lo scherzo di Paolo Villaggio a Boldi e Banfi con…il sushi

Il curioso aneddoto è stato raccontato dal regista Neri Parenti nel suo libro

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Scuola di ladri è un film del 1986 diretto da Neri Parenti. Nel cast troviamo Lino Banfi, Massimo Boldi e Paolo Villaggio. 

l film ha avuto un sequel, Scuola di ladri – Parte seconda, dove però è assente il personaggio di Amalio, interpretato da Lino Banfi: l’attore pugliese era impegnato sul set di Bellifreschi con Christian De Sica e non vi poté partecipare.

Ecco la sinossi ufficiale:

Dalmazio, Amalio ed Egisto Siraghi sono tre cugini ignari di conoscersi, i quali cercano di vivere in modo onesto con lavori dignitosi. Dalmazio fa la guardia giurata presso una banca, Amalio è dog sitter, mentre Egisto è venditore ambulante e lavavetri alle auto ferme ai semafori. I primi due svolgono questi mestieri con negligenza, Egisto invece pretende di condurre la sua attività come se gestisse un prestigioso negozio, attirandosi l’ostilità e gli insulti dei passanti. Nessuno di loro, in definitiva, ha fortuna.

Molti sono gli aneddoti raccontati dagli attori sul film: uno di questi è stato descritto dal regista Neri Parenti nel suo libro Due Palle…di Natale dove il grande Paolo Villaggio fece provare per la prima volta il sushi a Lino Banfi e Massimo Boldi. 

“Paolo è stato uno dei primi italiani ad apprezzare il sushi: quando a Roma aprirono il primo ristorante giapponese, l’Hamasei, ne diventò assiduo cliente. Tanto assiduo da costringere, durante le riprese dei film, i proprietari a organizzare per lui un pionieristico take away. Villaggio mandava l’autista all’ora di pranzo, e mentre tutti noi ci dovevamo adattare all’orrido cestino lui mangiava ottimo sushi nella sua roulotte. Mentre giravamo Scuola di ladri, gli altri attori del film, Massimo Boldi e Lino Banfi, si incuriosirono di quel via vai di pacchetti verdi diretti alla roulotte di Paolo, e chiesero spiegazioni. Paolo gli nominò il sushi e loro confessarono di non averlo mai mangiato. Villaggio, gentilissimo, li invitò per l’indomani nella sua roulotte. Paolo ordinò sushi per tre persone, anzi, per quattro, perché invitò anche me che quel cibo lo conoscevo già. Boldi e Banfi aprirono curiosi la loro scatoletta, dove all’interno i pezzi di sushi erano elegantemente incartati come le paste in pasticceria. Paolo li invitò ad assaggiare. I due esordienti nella cucina giapponese prendono il pezzo di sushi e se lo mangiano con tutta la carta, io faccio per fermarli e spiegargli che devono scartarlo, ma Paolo mi blocca afferrandomi la mano e mi soffia all’orecchio: «Non vorrai mica privarmi di questa scena meravigliosa». A Boldi e Banfi il sushi non piacque un granché: dissero che sapeva un po’ di cartone”