Sharper, dal 17 febbraio disponibile su Apple TV+, è il thriller poliziesco neo-noir newyorkese con Julianne Moore e Justice Smith. Diretto Benjamin Caron, il film racconta di un intricato raggiro senza pietà con un’alta posta in gioco.
Sharper, il fatto
Tom (Smith) è il timido proprietario di una libreria che conduce un’esistenza solitaria. Quando arriva nel suo negozio Sandra (Middleton) lui pensa di aver incontrato la donna dei suoi sogni, con cui condividere persino le stesse passioni letterarie. Peccato che non tutto sia come sembra e questo sia solo l’inizio di una complicata serie di raggiri. Il film, suddiviso in capitoli intitolati a ciascuno dei diversi personaggi che si agitano nella trama, è un viaggio nei segreti e bugie dei più ricchi abitanti di New York. Della trama non possiamo dire altro per non rovinare le sorprese offerte dai continui colpi di scena offerti dalla sceneggiatura firmata da Brian Gatewood e Alessandro Tanaka, già autori della commedia Lo spaventapassere (2011).
Sharper, l’opinione
I titoli di testa, che mostrano i complessi ingranaggi di un orologio, sono il manifesto programmatico della struttura del film di Benjamin Caron, un classico con-movie dove le truffe si intrecciano l’una nell’altra come scatole cinesi in una trama costruita, appunto, come un meccanismo a orologeria. Nella ricca coreografia di truffe oltre ai personaggi di Tom e Sandra brillano le performance di Madeline (Moore), Max (Stan) e Richard Hobbes (Lithgow). Il tutto è sostenuto dall’ottima colonna sonora firmata da Clint Mansell (già cantante dei Pop Will Eat Itself), pluripremiato compositore delle musiche di The Fountain – L’albero della vita e Il cigno nero.
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Caron ha dichiarato esplicitamente i modelli cinematografici da cui ha attinto, tra questi noi sottolineiamo La stangata (1973) di George Roy Hill, La casa dei giochi (1987) di David Mamet e Rischiose abitudini (1990) di Stephen Frears.
