Ambiente, avventura, famiglie arcobaleno. La Disney espande i suoi orizzonti con Strange World – Un Mondo Misterioso, il nuovo lungometraggio in arrivo nelle sale di tutto il mondo il 23 novembre, ad un anno esatto da Encanto, il film d’animazione più premiato della scorsa stagione. Al timone di Strange World troviamo la coppia che la lavorato al recente Raya e l’ultimo Drago, il regista premio Oscar Don Hall (Big Hero 6, Oceania) e Qui Nguyen, entrambi presenti a Roma per presentare il film alla stampa italiana insieme al produttore Roy Conli (Big Hero 6).
«Volevo raccontare una storia che parlasse dell’ambiente attraverso l’occhio di tre generazioni: nonno, figlio e nipote» ha spiegato Hall, «e da grande appassionato di storie d’avventura e ho cercato di raccontarne una in modo divertente e allegro». «Il film è una lettera d’amore ai nostri genitori e ai nostri figli – aggiunge Nguyen – Gli esseri umani compiono errori, bisogna fare dei passi insieme per risanare quelle ferite».
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Al centro della storia c’è una leggendaria famiglia di esploratori, i Clade, coinvolti in un inaspettato viaggio fuori i confini di Avalonia, la loro civiltà, messa in pericolo da un improvvisa carenza di risorse. Alla missione, affidata all’agricoltore Searcher Clade (doppiato in italiano da Marco Bocci), figlio del leggendario Jaeger (Francesco Pannofino), si unirà un variegato equipaggio, tra cui sua moglie, il loro figlio adolescente Ethan (Lorenzo Crisci) e il loro cane a tre zampe. La storia mette a confronto tre generazioni: quella di Jaeger, di Searcher e di Ethan, personaggi che oggi potremmo classificare rispettivamente come “boomer“, “millennial” e “generazione Z“. Un occhio di riguardo viene dato a quest’ultima con l’introduzione, per la prima volta in un film Disney, di un adolescente gay: «Volevamo che il film riflettesse il mondo e far sì che tutte le persone ci si possano rivedere. Ethan è un ragazzo pienamente formato e noi siamo orgogliosi che ci sia».
L’ambientazione naturalistica di Strange World si presta ad essere una esplicita allegoria del pianeta Terra, concepita, come spiegano i registi e co-sceneggiatori, nello spirito dei vecchi romanzi pulp e dei film a essi ispirati, tra cui Indiana Jones, King Kong, Quel treno per Yuma e Jurassic Park. «Il film parte focalizzandosi sul conflitto uomo vs natura, per poi ribaltarsi. Ci auguriamo che il messaggio possa far parte di una discussione su ciò che stiamo vivendo».