Stranger Things 4, i protagonisti: «Non ci fermeremo qui»

I protagonisti della fortunata serie Netflix raccontano la quarta stagione

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Paura. Terrore. Buio. Stupore. In queste quattro parole si può racchiudere la quarta stagione di Stranger Things, la serie disponibile su Netflix dal 27 maggio con il primo capitolo e dall’ 1 luglio con il secondo, firmata dai fratelli terribili dello storytelling, Ross e Matt Duffer, che dal 2016 hanno servito in pasto agli spettatori la storia di questi ragazzini degli anni ’80, incastrando nel mondo del Sottosopra sia il pubblico di adolescenti che i loro genitori. Fermata per mesi dal Covid, la serie che negli anni ha ottenuto oltre 65 riconoscimenti e 175 candidature ai premi più prestigiosi della tv, promette non solo grandi novità, ma anche una fine prossima e certamente spettacolare, perché nulla è eterno, soprattutto se là fuori c’è un Demogorgone che ti cerca. «La chiamiamo scherzando la nostra stagione in stile Game of Thrones – ha dichiarato alla stampa americana Matt Dufferperché è molto estesa e si svolge in vari luoghi. Joyce e la famiglia Byers se ne sono andati alla fine della terza stagione. Sono in California, abbiamo sempre voluto un’estetica in stile E.T. e legata ai quartieri periferici, elemento che possiamo finalmente realizzare nel deserto. E poi c’è Hopper in Russia, oltre a un gruppo che è rimasto a Hawkins. Abbiamo queste tre storie, tutte legate e intrecciate tra loro, ma l’atmosfera è davvero diversa».

Nove le puntate in tutto, ciascuna di circa un’ora, mai Stranger Things era stata così lunga, a dimostrazione del fatto che gli intrecci e i colpi di scena saranno stavolta all’ordine non del giorno, ma del minuto. «È sicuramente la stagione più cruenta – garantisce Finn Wolfhard che nella serie interpreta Mike – e più spaventosa in generale. Voglio davvero che questo spettacolo terrorizzi le persone, ma in un modo fantastico, garantisco che molte scene sono davvero spaventose. Nello stesso tempo sono certo che sarà in grado di commuovere, perché emotivamente è di forte impatto. Il mio personaggio, Mike, diventa davvero oscuro, assume di nuovo un ruolo di leadership. Nella terza stagione era un po’ più un adolescente stereotipato, mentre ora è un capo e non avrà altra scelta che guidare il gruppo».

Anche Will, che ha il volto di Noah Schnapp cambierà molto, pur conservando le caratteristiche che lo hanno da sempre reso il buono del gruppo. «Will – sottolinea l’attore – ne ha passate tante nel corso della serie. È stato nel Sottosopra ed è stato conquistato dal mostro, ma in questa stagione lo vediamo finalmente prendersi una pausa e vivere il tipo di vita normale che tutti bramano per lui. È una specie di terza ruota per Mike e Eleven, vuole prendersi cura di loro e assicurarsi che siano al sicuro. Dopo tutto quello che ha passato, cerca sempre di proteggere Eleven, perché non vuole che succeda mai più a nessun altro».

Cresciuti con i loro personaggi, i giovani protagonisti di Stranger Things hanno conosciuto la fama quando erano poco più che ragazzini, hanno attraversato l’adolescenza con i loro alter ego e ora si affacciano al mondo di quegli adulti che restano inevitabili protagonisti anche di questa stagione. Nel cast tornano Winona Ryder e Matthew Modine, mentre debutta Robert Englund, storico volto di Freddy Krueger della saga di Nightmare. «Quando abbiamo realizzato la prima stagione – ha spiegato Ross Duffer – Netflix continuava a chiederci di spie- gare tutta la mitologia della nostra storia. Quindi abbiamo scritto questo gigantesco documento di venti pagine, in cui spiegavamo tutto e cosa fosse esattamente il Sottosopra: con ogni stagione stiamo svelando alcuni strati di questa storia. Ma in questa volevamo realmente immergerci e dare alcune di quelle risposte al nostro pubblico e per farlo in modo corretto avevamo bisogno di tempo, quindi abbiamo chiesto a Netflix la possibilità di avere più tempo a disposizione per le puntate».

Il primo capitolo si apre sei mesi dopo la battaglia di Starcourt e mentre si affrontano le conseguenze di quanto successo, i protagonisti si separano per la prima volta, ma le difficoltà del liceo non facilitano le cose. In questo periodo particolarmente vulnerabile arriva infatti una nuova e orribile minaccia soprannaturale assieme a un mistero cruento che, una volta risolto, potrebbe mettere fine agli orrori del Sottosopra. «Alla fine della terza stagione – sottolinea Schnapp – Will, Jonathan, Eleven e Joyce si allontanano. Stanno andando in una nuova città chiamata Lenora Hills, in California. Solitamente le stagioni erano ambientate in un determinato periodo di tempo, come l’estate dell’85 o qualcosa del genere, questa invece si basa sulla posizione: un gruppo è a Lenora Hills, un altro è rimasto a Hawkins e poi c’è il nostro gruppo in Russia. Ovviamente, alla fine tutti si riuniscono, come facciamo sempre in Stranger Things».

Pur vicina, la parola fine non comparirà nemmeno questa volta. «Stiamo precipitando verso il nostro finale – hanno concluso i due fratelli Duffer -. La quarta sarà la penultima stagione, la quinta sarà l’ultima. Ci sono ancora molte altre storie emozionanti da raccontare, nuovi misteri, nuove avventure, nuovi eroi inaspettati».