Presentato alla 77ª edizione del Locarno Film Festival, Sulla terra leggeri è l’opera prima della regista italo- tunisina Sara Fgaier, storia sul valore della memoria che si unisce alla dimensione dell’invisibile che attraversa 40 anni di ricordi rimossi e ritrovati in un’opera che mette insieme riprese dal vero, archivi e immagini documentarie. Sara Serraiocco con Andrea Renzi sono protagonisti del film al cinema dal 28 novembre con Luce Cinecittà
Sulla terra leggeri, trama
Gian, un professore di etnomusicologia sessantacinquenne, lotta con l’oscurità causata da un’improvvisa amnesia. Perseguitato da frammenti di passato, che emergono nella sua mente con l’apparenza sgranata di remote immagini d’archivio, riceve dalla figlia Miriam, trattata come un’estranea, un diario da lui scritto a vent’anni. Gian si rende conto che ruota tutto intorno a Leila, la donna franco-tunisina con cui ha scoperto l’amore nello spazio di una notte su una spiaggia italiana legandosi a lei con una promessa di futuro, mille volte attesa, mille volte disattesa. Chi è questa donna che ha avuto una tale importanza nella sua vita? Dov’è adesso? Come è possibile che l’abbia dimenticata? L’indagine risveglia la sua memoria, lo fa tornare alla scena primaria del film, quella di un lutto celebrato tra note orientali di tè profumati e dolci a forma di fiori. Attraverso i suoi Sé passati e grazie al profondo amore per la donna, Gian ha la forza di riscoprirsi padre e di accettarsi vedovo, affrontando la prova più difficile: accettare di aver perso qualcuno e imparare a ritrovarlo.
“Sulla Terra leggeri è un film sulla perdita e sul tentativo, a volte disperato, di ritrovare ciò che si è perduto: la memoria, un amore, ma anche un’ epoca del passato – rievocata dagli archivi con i suoi personaggi muti e reali che prima di Gian hanno amato, perduto, pianto, riso, vissuto – e un orizzonte mitico, evocato da antichi rituali, capace di creare un dialogo familiare tra vivi e morti, di dare un senso collettivo e cosmico ai destini individuali, di sottrarli almeno un po’ al solipsismo e all’isolamento, trovando la leggerezza di cui parla Calvino: “planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”, Sara Fgaier.