Dopo l’anteprima mondiale all’ultimo Biografilm Festival, oltretutto uno dei pochi film che ha avuto il piacere del passaggio su grande schermo in un’edizione quasi completamente digitale, ed essere stato selezionato in numerosi altri festival, arriva nei cinema il documentario Telling my son’s land.
Diretto da Ilaria Jovine e Roberto Mariotti, Telling my son’s land racconta la storia di Nancy Porsia, una giornalista italiana freelance nella Libia post Gheddafi.
Nancy Porsia si reca per la prima volta in Libia nel 2011, quattro giorni dopo la morte di Gheddafi. Trasferitasi definitivamente nel paese, per un lungo periodo è l’unica giornalista internazionale a raccontare il suo travagliato processo di democratizzazione, diventando uno dei massimi esperti del paese nord africano.
A causa della pubblicazione di una inchiesta sulla Guardia Costiera Libica legata al traffico di migranti, Nancy, all’epoca incinta di un bimbo per metà libico, nel 2017 è costretta a lasciare il paese.
Dopo quattro anni, la terra di suo figlio continua ad essere pericolosa per la sua sicurezza, ma lei non si arrende a rimanerne lontana.
Il documentario ha avuto una gestazione di circa tre anni, dal 2017 al 2020. “L’idea – spiega Ilaria Jovine – era di raccontare cinematograficamente, nella maniera più autentica e onesta possibile, un profilo femminile come quello di Nancy, tra vita privata e una professione particolare come quella del reporter di guerra.
Attraverso la protagonista, esponente di una nascente generazione di reporter indipendenti sempre più distanti dal cosiddetto giornalismo embedded, c’era per noi anche la possibilità
di indagare proprio la specificità del giornalismo indipendente che, nel caso di Nancy, proveniva da una precedente militanza politica e da una solida passione per la verità”.
“Alla luce di questa esperienza – aggiunge Roberto Mariotti – siamo sempre più convinti della necessità, filmando una storia personale o documentando la realtà contemporanea, di uno sguardo che abbracci interamente la vicenda narrata, dunque il privato con il pubblico, il personale con il collettivo, l’umano con il geopolitico”.
Ilaria Jovine ha conosciuto Nancy Porsia nel 2017, in occasione del Premio Archivio Disarmo-Colombe d’oro per la pace, dove la giornalista fu premiata come freelance esperta della crisi libica e delle rotte migratorie nel Mediterraneo.

I ricordi, l’umanità e la passione politica della giornalista hanno spinto Ilaria Jovine a realizzare Telling my son’s land, per raccontare da una parte una professione come quella del reporter di guerra, ma soprattutto per profilare una figura di donna contemporanea, divisa tra una professione ancora prettamente maschile e il proprio desiderio di maternità.
Telling my son’s land si avvale del montaggio di Francesca Sofia Allegra, che nel 2021 ha firmato due docu-serie acclamate dalla critica e di grande successo di pubblico come SanPa (Netflix) e Veleno (Prime Video). Le musiche sono di Silvia Lionetti.
LEGGI ANCHE: SanPa, recensione della prima docuserie italiana Netflix
Telling my son’s land inizia il suo viaggio al cinema a Roma, il 21 dicembre al cinema Farnese, e il giorno dopo, 22 dicembre, al Nuovo Cinema Aquila, con due proiezioni speciali a cui saranno presenti i registi e la protagonista per incontrare il pubblico. Il tour del film proseguirà poi a partire da febbraio nelle principali città italiane.