Stuntman prima ancora che regista – o attore e produttore – a due anni dall’adrenalinico Bullet Train, David Leitch torna a trascinarci in una sua nuova fantasia da togliere il fiato. E lo fa dirigendo Ryan Gosling, Emily Blunt, Aaron Taylor-Johnson e il redivivo Lee Majors (l’uomo da sei milioni di dollari, per chi lo ricordi, ed ex marito dell’angelo Farrah Fawcett) nel nuovo The Fall Guy, al cinema dal Primo Maggio, distribuito da Universal Pictures.
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IL FATTO
Colt Seavers (Ryan Gosling) è uno stunt-man, la controfigura abituale del borioso divo Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson) chiamato a effettuare in vece sua tutte le acrobazie e il combattimenti che hanno reso quest’ultimo una star dei blockbuster action. La vita di Colt è felice: sul set ha incontrato la cineoperatrice Jody Moreno (Emily Blunt) con cui ha allacciato una rovente relazione clandestina. Un brutto giorno però c’è un incidente da cui Colt esce con la schiena rotta e soprattutto senza più autostima. Stacco di diciotto mesi e scopriamo che Colt ha abbandonato il mondo del cinema, non ha più risposto alle telefonate di Jody e vive di mance, lavorando nel parcheggio di un ristorante messicano. Poi riceve una telefonata dalla produttrice Gail Meyer (Hannah Waddingham), che riesce a smuoverlo con un’offerta che non può rifiutare: Colt deve assolutamente recarsi in Australia: Jody sta girando il suo primo film da regista e ha richiesto la sua presenza sul set. Ben presto il nostro eroe scoprirà che le cose sono diverse da come erano state prospettate.
L’OPINIONE
Liberamente ispirato all’omonima serie televisiva andata in onda dal 1981 al 1986 e creata da Glen A. Larson (1937-2014), The Fall Guy è la lettera d’amore del regista David Leitch (Atomica Bionda; Deadpool 2; Fast & Furious: Hobbs & Shaw; Bullet Train) alla vita dietro le quinte di un film e al suo precedente lavoro di stunt-man che, in oltre 80 film, lo aveva impegnato in ogni genere di acrobazia. La sceneggiatura di Drew Pearce (Mission: Impossible – Rogue Nation) riesce nel miracolo di fondere alla perfezione gli stunt più spettacolari con i canoni della commedia romantica, perfettamente sostenuta dalla stupefacente alchimia tra Gosling e Blunt. Hannah Waddingham (già ammirata in Ted Lasso) offre poi un impagabile ritratto dell’impudente spregiudicatezza del produttore hollywoodiano. Non mancano momenti esilaranti, come l’apparizione del cane Jean-Claude, che risponde solo a comandi in francese, ma c’è anche una denuncia sui rischi dell’AI, molto attuale dopo il lungo sciopero degli attori.
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In Colt c’è qualcosa del Jacob in Crazy, Stupid, Love (2011) di Glenn Ficarra e John Requa e dell’Holland March in The Nice Guys (2016) di Shane Black.
