The Mother, Niki Caro: «Jennifer Lopez ha dovuto fare un lungo addestramento con le armi»

La regista racconta come ha messo in scena il frenetico action- movie al femminile. Su Netflix da oggi

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«Si dice che si possa dare il meglio di sé solo quando si scrive di quel che si conosce. Questa sono io! Entusiasta di portare sullo schermo personaggi femminili in ruoli sempre più fisici. È una cosa che mi fa sentire davvero bene, perché di solito non vedi molte eroine protagoniste di film d’azione. C’è solo una manciata di attrici in grado di interpretare simili ruoli e la partnership con Jennifer Lopez è stata incredibilmente soddisfacente». La regista neozelandese Niki Caro, già vincitrice del Bafta per La ragazza delle balene (2002) e autrice di film come North Country – Storia di Josey (2005) e dell’adattamento live-action del cartoon Disney Mulan (2020), racconta così a Ciak, che l’ha incontrata in esclusiva su zoom per parlare di The Mother, la sua propensione nel narrare storie di donne forti e determinate.

Jennifer Lopez è la “Madre”, protagonista assoluta di questo film in arrivo su Netflix da oggi l’attrice interpreta una spietata ex-killer che, dopo aver fatto perdere le sue tracce per anni, nascosta tra le nevi dell’Alaska, deve tornare in azione. Il motivo è tanto doloroso quanto inevitabile: la figlia Zoe (Lucy Paez), che lei aveva lasciato in adozione fin dalla nascita, proprio per proteggerla dalle conseguenze del proprio passato criminale, è ora minacciata dai suoi ex-complici. La madre, che non ha mai smesso di amarla, è ora pronta a compiere una carneficina pur di salvare la piccola. Scritto da Misha Green (era showrunner della serie Lovecraft Country), Andrea Berloff (regista e sceneggiatore di The Kitchen) e Peter Craig (soggettista di Top Gun: Maverick), The Mother schiera nel cast anche Joseph Fiennes, Omari Hardwick, Paul Raci e Gael Garcia Bernal ed è prodotto da Jennifer Lopez, Elaine Goldsmith-Thomas, Benny Medina, Roy Lee, Miri Yoon, Marc Evans e Misha Green.

È stata Jennifer Lopez a chiederle di dirigere The Mother, o è stata lei a coinvolgere J-Lo nel film?

Curiosamente questo è un progetto che non è nato da nessuna di noi due. È stato tutto molto insolito: ho ricevuto questa sceneggiatura proprio quando è iniziata la pandemia e non sapevo nemmeno quale fosse il titolo del film, né chi l’avesse scritta, perché mancava il frontespizio. Mi era stata data in segreto ed era praticamente priva di dialoghi, essendo costituita da una descrizione ininterrotta di scene d’azione. Leggendola mi sono convinta che solo Jennifer Lopez avrebbe potuto interpretare un film del genere e che solo io avrei dovuto dirigerlo: ero pronta a battermi contro chiunque pur di avere questo lavoro!

Lei è anche una sceneggiatrice, ha messo mano al copione che aveva ricevuto prima di girare il film?

Ogni sceneggiatura attraversa un periodo di sviluppo in cui si devono soddisfare le richieste dello Studio e quelle dell’attore, per costruire un mondo attraente per molte persone. Ho lavorato con un certo numero di scrittori revisionando la sceneggiatura, ma è stato un processo abbastanza veloce, durato più o meno sei mesi.

J-Lo appare in forma fenomenale, l’ha sottoposta a un training di preparazione fisica prima di girare?

Lei era già in una forma strepitosa quando ci siamo incontrate, per il film ha dovuto però fare un lungo addestramento con le armi. Ha dovuto imparare cose davvero pazzesche, come riuscire a smontare e rimontare fucili e pistole senza guardare: una cosa davvero difficile, perché devi renderla istintiva. Volevo che le armi diventassero un’estensione del suo corpo, perché per il suo personaggio è così. Poi ha imparato tutte le coreografie dei combattimenti, ma questo per lei è stato semplicissimo perché è una ballerina e ha potuto sfruttare la sua fenomenale esperienza in materia. Questa è stata una cosa molto bella perché nella maggior parte delle scene d’azione c’è davvero lei, non è che abbiamo dovuto aggiungere in digitale la sua faccia, né usare tanti stunt.

Nel film ci sono molte scene in esterna, in mezzo alla neve. È stato difficile?

Beh sì, a volte non è stato comodo girare sulla neve, ma la cosa bella e insolita di questo film è che tutto è stato girato sul luogo. Al giorno d’oggi, in particolare nei film d’azione della Marvel, è quasi tutto girato in studio con il green screen. Qui invece eravamo all’aperto, nevicava e la troupe si congelava il culo nella neve. Come regista so però che si lavora meglio in un ambiente reale: penso che gli attori recitino meglio quando sono immersi nella realtà.

Ma avere su questo set la piccola Lucy Paez non le ha creato problemi?

Per molti lavorare con i bambini è difficile, ma a me piace: basta scegliere il bambino giusto. Prima di girare abbiamo fatto una ricerca molto ampia per trovare una bambina latina che interpretasse la figlia di Jennifer. Alla fine avevamo cinque ragazze provenienti dall’America Latina e una dall’Europa, erano tutte brave e anche belle, ma in Lucy c’era qualcosa in più: la connessione con Jennifer è scattata fin dal loro primo screen test insieme. Poi abbiamo scoperto mentre era sull’aereo che lei aveva il Covid, così siamo andati direttamente in quarantena. Lucy è stata in quarantena a Los Angeles per 10 giorni con sua madre e ci ha detto che è stata un’ottima preparazione per il ruolo, perché già si sentiva come fosse bloccata in una capanna dell’Alaska con la madre.

J.Lo in una scena d’azione. Quale è stata la sequenza più difficile da girare?

Uno dei momenti più difficili è stato il rapimento di Zoe nel parco. Avevamo tre cineprese e due unità, lo abbiamo girato in diversi giorni ed è stato logisticamente molto complicato perché eravamo nel centro di Vancouver, con tutte le persone del luogo attorno al set, visto che lì, all’aperto, c’era Jennifer, una delle più grandi superstar del mondo. Abbiamo girato il rapimento nella seconda settimana di riprese del film ed è andato tutto bene, ma prima, pianificando questa cosa, pensavo solo a tutto quello che sarebbe potuto andare storto.

Come è andata invece con la lupa e i suoi cuccioli? Erano veri, o digitali?

Erano lupi veri e molto difficili da riprendere. Io amo lavorare con gli animali, perché mi piace la loro naturalezza nel fare le cose. La complicazione era che, ogni volta che si vedono la lupa, i cuccioli e Jennifer insieme, in realtà si tratta di immagini montate da riprese di tre scene diverse, girate separatamente. La lupa infatti non poteva stare in scena con i cuccioli perché, non essendo quelli i suoi cuccioli li avrebbe mangiati, quindi abbiamo dovuto riprendere prima la lupa, poi i cuccioli e poi Jennifer, il che è stato molto laborioso e ha richiesto molto tempo.