The Terminal List, Antoine Fuqua: «L’action movie è come un quadro da dipingere»

Antoine Fuqua parla di The Terminal List, la serie adrenalinica al via su Prime Video in cui torna a dirigere Chris Pratt. «A settembre girerò a Roma The Equalizer 3»

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«La tua memoria ti fa dubitare della verità; la verità ti fa mettere in discussione la tua memoria», è la frase che appare nel primo trailer di The Terminal List, nuova serie Amazon Original in otto puntate che approda dal 1° luglio su Prime Video. Basata sull’omonimo best-seller di Jack Carr (Longanesi, nuova edizione 2022), narra la storia di James Reece (Chris Pratt) dopo che la sua squadra di Navy Seals è caduta in una sanguinosa imboscata durante un’operazione segreta ad alto rischio. Quando Reece torna a casa dalla moglie Lauren (Riley Keough) e la figlia Lucy (Arlo Mertz) i suoi ricordi di quell’evento sono incredibilmente confusi e lui è perseguitato dai dubbi su quali siano state le proprie responsabilità nella morte dei suoi commilitoni. Con l’emergere di nuove prove, Reece scopre che in realtà c’è un oscuro complotto contro di lui, una trama che mette in pericolo la sua vita e quella di tutti quelli che ama.

La serie è interpretata tra gli altri anche da Constance Wu, Taylor Kitsch, Jeanne Tripplehorn, Jai Courtney, JD Pardo, Patrick Schwarzenegger, LaMonica Garrett, Stephen Bishop, Sean Gunn, Tyner Rushing, Jared Shaw, Christina Vidal, Nick Chinlund, Matthew Rauch, Warren Kole e Alexis Louder e i suoi produttori esecutivi sono Chris Pratt, Antoine Fuqua e David DiGilio.

Ciak ha incontrato in esclusiva Antoine Fuqua (Training Day; The Equalizer – Il vendicatore; I Magnifici 7) che ha diretto uno degli episodi, supervisionando poi l’altissimo livello generale di tutte le puntate.

Antoine Fuqua

Le otto puntate di The Terminal List hanno una meravigliosa coerenza stilistica e visiva, anche se oltre a lei si sono alternati dietro la macchina da presa altri cinque registi. Come ha ottenuto questo risultato?

Prima ancora di sapere quale sarebbe stata la mia parte nel processo so creativo ho messo insieme una scheda visiva basandomi sulle lenti degli obiettivi, il tono e l’aspetto dell’immagine e l’ho condivisa con tutti. Quella scheda era a disposizione dei direttori della fotografia, l’ho condivisa con ogni regista e ovviamente con Chris Pratt: in questo modo ho creato la mappa del look e del tono che tutti dovevano seguire. Poi ho riguardato ogni episodio una volta finito, prima avevo già visto i “daily” delle riprese e poi ho lavorato su ogni episodio dopo il “director’s cut”.

Lei ha studiato arte, nella serie sembra esserci un gusto pittorico dell’immagine. È così?

Sì, è stato un lavoro completo, in cui ho cercato di “dipingere” l’immagine girando in determinati ambienti e cercando di usare fotocamere diverse. Erano fantastiche quelle in bassa risoluzione: ho usato vecchi obiettivi grandangolari, lenti sferiche per ottenere lo stile che volevo. Ovviamente nel girare le sequenze d’azione dovevo essere in grado di muovere la macchina da presa mantenendo uno stile coerente, quindi dovevo fare molta attenzione alle lenti dell’obiettivo. Sai, è interessante passare dai film alle serie TV sapendo che c’è un ritmo con cui tutti devono stare al passo. Per questo ho dovuto prendere in considerazione gli obiettivi a bassa risoluzione che erano più veloci e in grado di catturare la luce in condizioni di scarsa illuminazione, senza rallentare la produzione. Così non abbiamo dovuto usare molte luci e abbiamo avuto un grande direttore della fotografia con cui ho lavorato a stretto contatto, il che ha aiutato molto. 

Lei aveva già realizzato nel 2003 L’ultima Alba, al cui centro c’era un comandante dei Navy Seals. Cosa l’attrae del loro mondo, il codice d’onore?

Sì, c’è un codice d’onore e i Navy Seals sono una confraternita, non importa se si tratta di uomini o donne, quel che conta è che la loro è sempre una Fratellanza. Per me tutto comincia con I sette samurai di Akira Kurosawa, o I magnifici sette di John Sturges, io credo in questo: nell’avere molti amici molto stretti con molte abilità. Sai, mi piace credere che se non fossi diventato un regista avrei fatto qualcosa del genere con la mia vita, dedicandola al servizio degli altri, ecco perché ne sono attratto. Credo nel sacrificio di sé per il bene superiore. 

Parlando di fratellanza, lei torna a lavorare con Chris Pratt dopo I Magnifici 7.

Adoro lavorare con Chris, non solo è un mio buon amico, ma è anche un ottimo collega e un ottimo partner. Lui crede nella Fratellanza, per quel che riguarda la collaborazione e il lavoro, il duro lavoro da fare insieme, come una squadra. Chris è disciplinato, molto disciplinato, tiene molto al lavoro ed è molto fisico: si è preparato allenandosi con Jared Shaw, un Navy Seal che ha lavorato a stretto contatto con noi, Chris è stato con lui un bel po’, anche prima che iniziassimo le riprese. Penso che come attore stia migliorando sempre di più e ogni volta dà il massimo, impegnandosi totalmente nel lavoro.

Avete girato The Terminal List quando l’ipotesi di una guerra non era vicina come in questi giorni. Che pensa di questa sovrapposizione tra finzione e realtà?

Penso che la guerra non faccia bene a nessuno, ma sfortunatamente a volte è necessario combattere per proteggere la propria casa, quindi spero che la gente capisca che danneggia tutti. Sai, è difficile che ci sia un vincitore dopo qualsiasi tipo di violenza e guerra, il disturbo da stress post-traumatico è molto reale, la malattia men- tale è molto reale e le persone stanno soffrendo. Una volta che hai visto qualcosa di violento e brutto, non puoi cancellarlo, rimane con te per sempre. Sono un grande sostenitore dei militari, uomini e donne e di chi in tutto il mondo è al servizio del bene, spero che le loro vite, dopo essere andati in guerra, possano tornare ad essere piene, ricche e felici, perché questo è difficile dopo aver subito gli orrori della guerra. Quindi, tornando a The Terminal List, spero che la gente lo apprezzi come uno spettacolo, sapendo che nella realtà non va mai bene a nessuno.

È vero che a settembre sarà in Italia per girare The Equalizer 3?

Sì, sarò da voi a filmare con Denzel Washington, ora non voglio svelare nulla, ma gireremo a Napoli e forse in Sardegna, stiamo ancora cercando delle location. Probabilmente farò base a Roma, ma tutto si svolge in una piccola città vicino al mare, almeno così spero. È una storia simile a quelle che mi divertono: il tema è sempre proteggere quelli che non possono proteggersi da soli.