Tutti parlano di Jamie, drag queen a 16 anni

In "Tutti parlando di Jamie", da oggi su Amazon Prime Video, la storia realmente accaduta di un giovane inglese di un paese di minatori del nord dell’Inghilterra che decide di diventare una drag queen e ottenere celebrità

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Era l’8 febbraio del 2017 quando al Crucible Theatre di Sheffield debuttò Everybody’s Talking About Jamie, un musical tratto dal documentario televisivo Jamie: Drag Queen at 16. Jamie Campbell viveva a County Durham, ex paese di minatori nel nord-est dell’Inghilterra. A 14 anni fece coming out, ricevendo il supporto della famiglia e degli amici. A 16 decise di condividere con il mondo il suo sogno: diventare una drag queen.
Una storia perfetta per il cinema inglese, che aveva già mandato un giovane della provincia proletaria alla conquista del mondo a passo di danza. Si chiamava Billy Elliot e Tutti parlano di Jamie rientra in questa tradizione.

La domanda sorge spontanea: ma cos’ha di così speciale l’Inghilterra lontana da Londra? «Credo che la ragione – ci ha risposto il regista Jonathan Butterell, al suo primo film, ma già regista del musical a teatro- sia nel fatto che sono comunità molto unite. Soprattutto nel nord dell’Inghilterra hanno più volte combattuto insieme per i loro diritti, proprio come i minatori di Billy Elliot. Ma un film che mi ha molto ispirato quando ho iniziato a lavorare su Tutti parlano di Jamie è stato Kes di Ken Loach, che è esattamente la storia di un ragazzo in cerca del suo posto nel mondo». Un argomento, quello di trovare la consapevolezza di sé da parte dei giovani, particolarmente sentito in questi ultimi anni. Lo dimostrano serie che solo pochi anni fa sarebbero state difficilmente accettate dai network e che oggi, anche grazie alle piattaforme streaming, diventato oggetto di studi sociologici, come Love, Victor su Disney+. Anche Tutti parlano di Jamie si assume in questo senso una responsabilità: «Credo sia davvero importante – riflette il protagonista del film, l’esordiente Max Harwoodche la storia arrivi in questo momento a un pubblico vasto come quello di Amazon Prime Video. Non solo per la comunità queer e per i giovani, ma in generale, perché mai è stato così importante, per chiunque, avere consapevolezza di ciò che si vuole essere avendo intorno un ambiente che possa capirti e vivere questo passaggio in assoluta sicurezza».

Come peraltro è successo a lui sul set, grazie a un attore di grande esperienza che lo ha guidato nella sua prima interpretazione: «Anche se Max non aveva bisogno – spiega Richard E. Grant, che nel film è il suo mentore drag – di qualcuno che gli dicesse cosa fare. Raramente ho trovato un giovane attore così preparato: conosceva a memoria ogni singola linea di dialogo del film, era sempre molto concentrato, e io non sono un attore navigato che vuole insegnare a recitare, come ne ho incontrati talvolta all’inizio della mia carriera. Max è un talento brillante, avrà una bella carriera, credo di avergli giusto suggerito come far cogliere la luce al suo profilo migliore».