Un vizio di famiglia, soldi, bugie e parenti serpenti

Il regista Sebastién Marnier e le attrici Laure Calamy e Doria Tillier raccontano a Ciak il film nelle sale dal 4 gennaio

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Laure Calamy, Doria Tillier, Dominique Blanc, Véronique Ruggia,Céleste Brunnquell, Un vizio di famiglia

La mia visione della famiglia, come si può intuire dal film, non è particolarmente positiva”, afferma il regista Sébastien Marnier (Irréprochablie, L’ultima ora) parlando di Un vizio di famiglia (L’origine du mal), presentato nella sezione Orizzonti Extra della 79ma Mostra del Cinema di Venezia e dal 5 gennaio nelle sale per I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

In effetti ce ne sono, di scheletri, negli armadi della lussuosa tenuta di Serge (Jacques Weber), anziano magnate che incontra una figlia mai conosciuta, l’operaia Stéphane. Questa viene introdotta perciò nel microcosmo del ricco patriarca, abitato da donne che appaiono instabili, manipolatrici e diffidenti verso la nuova arrivata.

Ma niente è come sembra in questa vicenda tra noir, dramma familiare e satira sociale, che ci offre un’altra superba interpretazione di Laure Calamy. L’attrice, premiata a Orizzonti 2021 per Full Time – Al cento per cento e nel cast della serie Chiami il mio agente!, interpreta la protagonista Stéphane, che nel corso del film rivelerà un lato oscuro.

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Calamy ritiene che “a caratterizzare e a muovere il mio personaggio sia un grande bisogno di amore e di riconoscimento. È quello che credo spinga ognuno di noi a raccontare e a parlare di sé, mettendoci in qualche modo in primo piano senza necessariamente ascoltare gli altri”.

A uscirne condannato senza appello sono invece il patriarcato ancora vivo nella società francese e il ruolo giocato in essa dal denaro, “così onnipresente nel modo che ha di dettare la nostra esistenza”, sottolinea il regista. Che confessa di essersi ispirato a un fatto personale, ossia il ritrovamento, da parte della madre, del padre biologico di lei. Un evento “particolarmente ironico, in quanto mia madre ci ha cresciuti con idee assolutamente ‘di sinistra’, eravamo una famiglia proletaria politicamente impegnata, e lei poi ha scoperto che il padre era un banchiere, dalle ovvie tendenze di destra”.

Allo stesso modo il film gioca a mettere sistematicamente in discussione le nostre certezze, anche su personaggi come quello di George, la figlia di Serge interpretata da Doria Tillier (Un amore sopra le righe, La belle époque): “La percezione che ho avuto del mio personaggio – racconta – è stata soprattutto la freddezza e la durezza, tanto che quando Sébastien mi ha proposto la parte, credevo di non essere la più adatta, forse perché mi consideravo troppo dolce. In realtà però è stato divertente interpretare questa donna di cui cogliamo la sensibilità nel momento in cui mostra delle crepe nel suo temperamento”.

Con Sébastien – aggiunge invece Calamylavorando al mio ruolo abbiamo parlato di come ciascuno di noi proietta un’immagine di sé e quindi di ciò che gli altri si aspettano da noi. Per esempio, il mio personaggio in Chiami il mio agente! è agli antipodi rispetto a come potrei essere io: un po’ come se la gente si aspettasse di vedere un quadro di Renoir e ne vedesse uno di Bacon”.