Apparsa per la prima volta nella Black List del 2017, tra gli script in attesa di essere realizzati, la sceneggiatura di Una notte a New York ha convinto rapidamente Dakota Johnson, che si è convinta a produrla e a coinvolgere Sean Penn, con lei sullo schermo del film che segna l’esordio alla regia della stessa autrice, Christy Hall (sceneggiatrice di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta). Un film che ha fatto parlare di sé per l’inconveniente accaduto su un volo della Qantas e che, dopo le anteprime in diversi festival di primo livello, finalmente arriva al cinema nelle sale italiane a partire dal 19 dicembre, distribuito da Lucky Red.
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IL FATTO
Aeroporto JFK di New York, una giovane donna (Dakota Johnson) sale sul taxi che la dovrà portare a Midtown. Nel lungo percorso, in cui incappano anche in un blocco stradale dovuto a un incidente, l’autista (Sean Penn) inizia con lei una lunga chiacchierata dove si dimostra molto intuitivo, tanto che il dialogo si farà sempre più intimo, fino a portare entrambi a rivelare di se stessi più di quanto avrebbero voluto e potuto immaginare.
L’OPINIONE
Tratto dalla sua pièce teatrale Off-Off-Broadway Daddio (questo è anche il titolo originale del film), l’opera prima cinematografica di Christy Hall riesce nel non facile compito di avvincere lo spettatore mostrando il dialogo tra due persone chiuse in un taxi. Il merito, oltre alla bontà della sceneggiatura, è nella sapienza di un montaggio in cui sono inseriti primissimi piani dei volti dei due straordinari protagonisti, a esplorare le loro emozioni.
Più che un viaggio in taxi la loro diventa una sorta di seduta psicanalitica incrociata, dove l’apparentemente navigato e saggio tassista finisce con rivelare le proprie fragilità esattamente come fa la sua passeggera. Il film diventa così una celebrazione dell’importanza del rapporto umano a fronte dell’algida disumanizzazione cui ci sta portando una società dove i contatti sono sempre più virtuali e anche i sentimenti rischiano di essere filtrati da insignificanti messaggini e faccine via WhatsApp.
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Locke (2013) di Steven Knight, con uno strepitoso Tom Hardy e Non riattaccare (2023) di Manfredi Lucibello, con la nostra Barbara Ronchi, sono i film più vicini a questo duetto, sebbene si basino su una singola presenza fisica in scena.