Valeria Golino al Bif&st 2021: “Sono certa che ci sarà un ritorno al cinema”

Nell'ultima giornata del BIF&ST, Valeria Golino, in attesa di girare a breve il prossimo film nella sua amata Napoli, ha dissertato sul mondo delle serie sia da regista che da attrice

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Tra un paio di settimane comincerà le riprese di un film tratto da un libro di Elena Ferrante “La vita bugiarda degli adulti”, con la regia di Edoardo De Angelis. Ma da circa un anno è immersa nell’adattamento di un altro libro da cui vorrebbe far nascere una serie di cui curerà la regia. Sono gli impegni che Valeria Golino ha condiviso con il pubblico barese durante la rassegna del Bif&st 2021, in cui si è omaggiato il ventennale di 01 Distribution, casa di distribuzione cinematografica italiana con la direzione di Rai Cinema. “Girerò nella mia città, Napoli: è bellissimo stare lì, come anche a Bari. Ci sono delle città dove appena arrivi provi sollievo. Mi mettono grandissima voglia di esistere. Forse perché sono del Sud. Sembra retorica, ma per me è così”.

Inevitabile una discussione sulle piattaforme in streaming. “In questo anno e mezzo di pandemia sicuramente hanno preso potere sul mercato cinematografico – dice Golino. È anche vero che ci sono tante stratificazioni sulle piattaforme. Però tornare al cinema è una forma diversa. Sono certa che ci sarà un ritorno. Ci vuole del tempo. Non siamo più quelli che eravamo e non siamo quelli che saremo. Siamo in una specie di post trauma, per questo restare a casa è ancora un modo per molti di proteggersi dalla realtà”.

Valeria Golino

Sulle serie ha, invece, le idee non del tutto chiare. Attrazione mista a preoccupazione. L’attrice ha appena partecipato ad una serie americana, ne girerà un’altra in Italia e ne sta preparando anche una da regista. Sta sperimentando le serie da diversi punti di vista. “Di sicuro le opportunità lavorative per me e i miei colleghi sono più frequenti grazie al mondo delle serie. Poi è bello che ci siano perché da attore puoi avere più tempo per preparare un personaggio – aggiunge. Inoltre, in alcune serie c’è molta scrittura interessante. È un lavoro diverso dal cinema, che invece è il condensato di qualcosa. Il cinema per me è verticale, mentre le serie sono orizzontali. Quello che mi preoccupa, però, è che c’è una convenzione nel modo in cui vengono realizzate, nella forma più che nei contenuti. Ci sono troppe regole che anche da regista mi dispiacciono. Vorrei che ci fosse più libertà”.

 Dopo le esperienze di “Miele” ed “Euforia” torna alla regia: sta lavorando allo script de “L’Arte della gioia”. Sta cercando di adattare l’omonimo libro di Goliarda Sapienza, che tanti hanno cercato di trasformare in un film. “Sono letteralmente immersa in un oceano di scrittura, anche perché a un certo punto ho deciso di farne una serieMi sta dando tante rogne, motivo per cui non sono da sola in questa mia nuova avventura: oltre alle sceneggiatrici con cui ho firmato i miei film precedenti, Francesca Marciano e Valia Santella, ho coinvolto Luca Infascielli e Stefano Sardo. Ho la sensazione che scrivere otto episodi per una serie, sia come realizzare più film”.

Saprà, invece, in questi giorni se “La scuola cattolica” film in uscita il 7 ottobre, che la vedrà tra gli interpreti, sarà censurato o meno. Diretto da Stefano Mordini, racconta la vita scolastica all’interno di un rinomato istituto religioso maschile della Roma bene. La scuola, in cui è imposta una  rigida educazione, sarà scossa da uno dei più efferati crimini della cronaca nera italiana: il massacro del Circeo. “Ho fatto un piccolo segmento di questa pellicola, che ha mille risvolti, ma volevo partecipare. Penso che il romanzo di Edoardo Albinati – da cui è stato tratto il film – sia bellissimo, difficile da ridurre al cinema. Non la ritengo un’opera violenta, ma contro la violenza. Per questo credo che i ragazzi dovrebbero assolutamente vederlo”. 

Di Mariangela Pollonio