Pinocchio, tutti i nuovi dettagli sulla versione «disobbediente» di Guillermo del Toro

Una carrellata di foto e tantissime informazioni sull'atteso progetto di Guillermo del Toro nell'intervista esclusiva di Vanity Fair

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Mancano circa sei mesi all’uscita su Netflix del Pinocchio di Guillermo del Toro e mentre i giorni diminuiscono sempre di più, cresce all’inverso la curiosità nei confronti di questo particolarissimo progetto, un musical in stop-motion ispirato alle avventure del celebre burattino nato dalla penna di Carlo Collodi e che il regista messicano ha diretto insieme a Mark Gustafson.

In una nuova e dettagliata intervista esclusiva a Vanity Fair, del Toro, oltre a mostrarci una carrellata di immagini (le trovate in calce all’articolo) ha raccontato cosa l’ha spinto a creare una “sua” versione del grande classico e spiegato cosa dovremo aspettarci dalla sua opera:

“Sono sempre stato molto intrigato dai legami che intercorrono tra Pinocchio e Frankenstein. Entrambi parlano di un bambino che viene gettato nel mondo. Entrambi sono creati da un padre che poi si aspetta che capiscano da soli cosa è bene, cosa è male, l’etica, la morale, l’amore, la vita e le cose essenziali. Per me, questa è stata l’infanzia. Dovevi capirlo basandoti sulla tua esperienza limitata”.

Nonostante la “mostruosa” ispirazione, il film di del Toro è stato concepito per essere adatto alle famiglie. Sa che sarà impegnativo, ma spera che il suo Pinocchio sia in grado di coinvolgere più generazioni e di suscitare un senso di compassione:

“Questi sono tempi che richiedono ai bambini una complessità enorme. Molto più scoraggiante, credo, di quando ero bambino io. I bambini hanno bisogno di risposte e di rassicurazioni…. Questo film è sia per i bambini che per gli adulti che parlano tra loro. Affronta idee molto profonde su ciò che ci rende umani”.

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Il suo approccio alla storia si discosta in modo significativo da ciò che abbiamo visto nei precedenti film su Pinocchio. In questa versione, “reale” è un dato di fatto, spiega il regista:

Per me è fondamentale contrastare l’idea che per essere un vero umano bisogna trasformarsi in un bambino in carne e ossa. Tutto ciò di cui hai bisogno per essere umano è comportarti davvero come tale. Non ho mai creduto che quella trasformazione sia necessaria per guadagnare l’amore”.

E continua sulle differenze:

Per tutta la vita ho parlato apertamente della mia ammirazione e del mio grande, grandissimo amore per la Disney, ma questo è un impulso che mi fa allontanare da quella versione. Non potevamo essere più diversi rispetto a ogni altro adattamento per quanto riguarda i nostri obiettivi spirituali e filosofici, o persino per l’ambientazione“.

Il Pinocchio di Del Toro non si svolge in un mondo “favolistico”, ma in Italia, tra la prima e la seconda guerra mondiale, durante l’ascesa del fascismo e del governo autoritario nel paese. Il ragazzo di legno prende vita “in un ambiente in cui i cittadini si comportano con fedeltà obbediente, come dei burattini”, dice del Toro.

“[Il mio film, ndr] va contro il libro, perché il libro cerca l’addomesticamento dello spirito del ragazzino in un modo un po’ strano. È un libro ricco di grande inventiva, ma propone anche l’ubbidienza cieca ai genitori, l’essere un bravo ragazzo a tutti i costi e così via. Il [mio film, ndr] tratta del trovare se stessi e la propria strada nel mondo, non solo obbedendo ai comandamenti che ti vengono dati, ma anche capendo quando siano buoni e quando no.

Molte volte la favola mi è parsa in favore dell’addomesticamento dell’anima. Ma l’obbedienza cieca non è una virtù. La virtù di Pinocchio sta nel saper disobbedire. Quando tutti si comportano da marionette, lui non lo fa. Queste sono le cose interessanti, per me. Non voglio rinarrare la stessa storia. Voglio narrarla a modo mio e nel modo in cui comprendo il mondo.”

Pinocchio di Guillermo del Toro uscirà su Netflix a dicembre. Nel cast di voci originali troveremo Gregory Mann, Ewan McGregor, David Bradley, Tilda Swinton, Christoph Waltz, Finn Wolfhard, Cate Blanchett, John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake Nelson e Burn Gorman.

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