Fingernails, la recensione del film con Jessie Buckley e Riz Ahmed

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FINGERNAILS, IL FATTO: in un tempo indefinito, le affinità di coppia saranno certificate da un test in grado di calcolare l’effettivo successo di una relazione. A svolgere questo studio sono preposti dei centri di ricerca, nel migliore dei quali inizia a lavorare Anna, entusiasta sostenitrice del metodo che le fa vivere una sicura vita di coppia con Ryan. Anna viene affiancata ad Amir, un collega già esperto. Presto la donna si accorgerà che l’amore non si può affidare a una macchina.

L’OPINIONE: Christos Nikou si era fatto conoscere a Venezia nel 2020, l’edizione della pandemia, con la sua opera prima, Apples, molto apprezzata dal pubblico e dalla critica. E anche da Cate Blanchett, quell’anno presidente della giuria, che ha voluto produrre il secondo film di questo assai interessante cineasta greco, che riesce a unire mondi diversi con grande facilità.

Fingernails è un’opera distopica senza esagerare

Ambientata in un tempo indefinito, che unisce benissimo la commedia alla critica sociale, strutturata in parte come un videogioco e ricca di citazioni cinematografiche. Come già nel precedente film, e anche in questo caso al centro ci sono i sentimenti, oltre che una riflessione sul nostro presente, in cui i rapporti umani sono sempre più spesso delegati a supporti digitali definiti che di social hanno ben poco. Nikou gioca su questo aspetto, facendolo poi passare in secondo piano per parlare invece di relazioni molto umane, e delle molte difficoltà che ci sono nel mantenere viva una relazione.

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Fingernails (che per il pubblico italiano sarà disponibile dal 3 novembre su AppleTV+) fa delle leggerezza il suo punto di forza, e delle sensazioni fisiche che trasmette dallo schermo. Il dolore è necessario, così come la libertà di esprimere sé stessi (anche qui c’è una bellissima scena di ballo solitario come in Apples), e ben riescono a trasmettere tutte queste emozioni i tre protagonisti principali, Jessie Buckley, il premio Oscar Riz Ahmed e il protagonista della serie The Bear Jeremy Allen White.

Menzione speciale a Luke Wilson

Attore che avrebbe meritato di essere sfruttato molto di più in questi ultimi anni, qui protagonista di un divertente gioco autocitazionista e, soprattutto, di una performance notevole, il fondatore di questa clinica dell’amore che di quel sentimento è ormai svuotato. Soffrendo per sé e per tutte i suoi clienti.

SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE: Apples, il primo film di Nikou, assolutamente da recuperare se non lo avete visto.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
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