FINO A QUI TUTTO BENE

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Italia, 2014 Regia Roan Johnson Interpreti Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini, Isabella Ragonese Sceneggiatura Roan Johnson, Ottavia Madeddu Produzione Roan Jonson in collaborazione con gli Autori, gli Attori e la Troupe del film Distribuzione Microcinema Durata 1h e 20′

In sala dal 

19 marzo

L’ultimo weekend di cinque ragazzi che hanno studiato e vissuto nella stessa casa a Pisa, dove si sono consumati sughi scaduti e paste col nulla, lunghi scazzi e brevi amplessi, nottate sui libri e feste all’alba, invidie, gioie, spumanti, amori e dolori. Ma adesso quel tempo di vita così acerbo, divertente e protetto, sta per finire e dovranno assumersi le loro responsabilità. Prenderanno direzioni diverse, andando incontro a scelte che cambiano tutto. Chi rimanendo nella propria città, chi partendo per lavorare all’estero. Il racconto degli ultimi tre giorni di un gruppo di amici che hanno condiviso il momento forse più bello della loro vita. Di sicuro quello che non dimenticheranno mai.

Nel 2013 il regista fu incaricato dall’Università di Pisa di realizzare un documentario sull’ateneo e rimase sorpreso dallo scoprire ragazzi che anziché lamentarsi per la crisi mostravano un atteggiamento di sfida. Non si arrendevano, anzi, rilanciavano. E ha deciso di rilanciare anche lui con un piccolo film, il secondo dopo I primi della lista, che restituisse la vita vera di cinque amici alle prese con un passaggio importante della propria esistenza, scegliendo come titolo la fase tormentone de L’odio di Kassovitz. Ma se il grande merito del film, grazie soprattutto alla naturalezza di un gruppo di affiatatissimi attori, è quello di accoglierti subito in casa facendoti sentire parte del gruppo, la leggerezza dei toni si trasforma troppo frequentemente in una programmatica superficialità che spinge il regia a prediligere i momenti scanzonati e goliardici, a scapito di altri che avrebbero regalato maggiore spessore ai personaggi e interesse alla storia. La scena in cui si rievoca la morte dell’amico, ad esempio, avrebbe meritato un approfondimento ben diverso, così come altri momenti più drammatici.

Alessandra De Luca