«È un film sul ricordo e sul trauma. Un viaggio dove lo spettatore segue la sofferenza del protagonista, insieme al suo pensiero e al suo presente. C’è sempre qualcosa da afferrare e che ci sfugge nel personaggio di Zev. E di questa incognita che aleggia sul film è impossibile prevederne gli effetti». Le parole del regista canadese Atom Egoyan, alla scorsa Mostra di Venezia, sottolineavano quanto il suo thriller (durissimo) Remember abbia nella narrazione qualcosa di ignoto e spiazzante, pronto a stupire lo spettatore nel climax più alto, con un cliffangher che vale l’intero film. Per nulla scontato e del tutto inaspettato.
Il film, che arriva oggi in DVD (rental) grazie a BiM (in vendita dal 16 giugno) – dopo aver ricevuto anche la candidatura come Miglior Film Straniero ai David di Donatello 2016 – è, possiamo dire, un viaggio che attraversa il ricordo doloroso del protagonista ottantenne (e afflitto da demenza senile) Zev, interpretato da Christopher Plummer, che spinto dal suo amico Max, con il volto di Martin Landau, si mette sulle tracce del nazista reo di aver sterminato le loro famiglie, in quell’abominio di Auschwitz. L’uomo in questione, alla fine della guerra, ha cambiato nome in Rudy Kurlander ed è scappato in America. Solo che, tra gli States e il Canada, ci sono ben tre omonimi. Per Zev, dunque, la ricerca si fa ancora più ardua, dovendo scovare, tra essi, il vero assassino nazista. Con una sconvolgente rivelazione.
Atom Egoyan, nato a Il Cairo nel ’60 ma naturalizzato canadese, nella sua carriera ha toccato vari generi (ottenendo anche una nomination all’Oscar nel ’97 per Il Dolce Domani), però è sempre stato legato al thriller e ai meccanismi hitchcockiani (tanto da dirigere pure alcuni episodi di Alfred Hitchock Presenta). In Remember, per l’appunto, usa una messa in scena da thriller introspettivo, di quelli pronti ad esplodere, che crescono scena dopo scena, in un tumulto di tensione e dramma. Riesce a parlare anche ai più giovani, spiegando con gesti, sguardi e parole le sensazioni verissime di un anziano che ha subito il dramma del nazismo, facendo del viaggio, fisico e mentale, una metafora di ricerca e (in)aspettata verità. Tutto, caricato sulle spalle di un grandissimo Christopher Plummer che, insieme a Martin Landau, forma una coppia di cinema formidabile e preziosissima.