La terra promessa, la recensione del western nordico con Mads Mikkelsen

Dopo l’anteprima in concorso alla 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia arriva nelle sale dal 14 marzo distribuito da Movies Inspired e Circuito Cinema Distribuzione La terra promessa (Bastarden) del danese Nikolaj Arcel.

IL FATTO

1755: Ludvig Kahlen è un ufficiale dell’esercito danese. Tornato dalla guerra in Germania chiede al Re di ottenere la concessione di coltivare nelle aride terre dello Jutland con l’intenzione di creare una colonia dove tutti avevano fallito. Il suo scopo è quello di conquistarsi così un titolo nobiliare, negatogli per nascita. Kahlen si fa presto nemico lo spietato proprietario terriero Frederik De Schinkel, che considera la landa di sua proprietà e della corona. La terra promessa

L’OPINIONE

Nikolaj Arcel si era fatto notare da Hollywood grazie al suo A Royal Affair, con cui era arrivato fino alle soglie dell’Oscar, nella cinquina per il Miglior film straniero del 2012. Quella che apparentemente sarebbe dovuta essere una fortuna si è rivelata in realtà una maledizione che lo ha invischiato in quel brutto pasticcio che è stata La torre nera, film tratto da Stephen King diventato una Babele terribile anche per il regista danese. Ma da una parte c’è da capire anche il fascino che il cinema di Arcel può avere su un’industria sempre in cerca di professionisti che sappiano unire un alto livello di autorialità con un cinema che piaccia a un ampio pubblico.

È esattamente l’abilità del regista di La terra promessa, un western sulla frontiera del profondo nord-europeo che ha in sé tutti i codici del genere classico americano per eccellenza, declinati però con una sensibilità di scrittura e un occhio e un ritmo tipici del Vecchio Continente. Il risultato è un film avvincente ma anche politicamente profondo e contemporaneo, che mette in scena la lotta di classe di 250 anni fa che è in fondo la stessa di oggi, trovando però anche tempo e spazio per una struggente storia d’amore e molte belle immagini. Grande cast, su tutti Mads Mikkelsen (EFA come miglior attore per la sua interpretazione), ma assai efficace è anche il cattivo di turno, Simon Bennebjerg, una bella sorpresa.