L’ESTATE ADDOSSO

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Marco ha 18 anni, sta per diplomarsi al liceo e non ha idea di  quale strada intraprendere nella vita. Maria è una ragazza della stessa scuola, anche lei appena diplomata, che Marco considera pedante e conservatrice. Un amico comune e un imprevisto li costringeranno a partire insieme per San Francisco, dove ad attenderli ci sono Matt e Paul, due ragazzi americani, una coppia che si porta dietro le difficoltà di essere cresciuti a New Orleans, nella Louisiana profonda e omofobica. Nonostante la diffidenza iniziale, i quattro diventeranno amici e cominceranno un viaggio che li porterà a fare i conti con sé stessi e a definire la propria identità.

In vacanza dalla sua carriera americana, Gabriele Muccino torna a uno di quei momenti della giovinezza che segnano una svolta nella vita di ciascuno di noi, capaci di ridefinire identità e obiettivi, di plasmare il nostro spirito e far battere i cuori a velocità impossibili. Momenti da rincorrere per tutta la vita o da rinnegare appena un aereo ci riporta a casa e rimpiangere per sempre. L’estate che è rimasta addosso al regista, una condizione dell’anima più che una stagione, è quella di molti anni fa, quando tutto era ancora possibile.

Questa materia esplosiva, che rimanda a Come te nessuno mai, sembra fatta apposta per lo sguardo di Muccino, capace di esaltare gli eccessi dell’età dell’incertezza, dell’euforia, della rabbia e della felicità, scrivendo con la macchina da presa insieme ai personaggi la loro vita che verrà, tra Roma, San Francisco, New Orleans, Cuba, New York. Muccino riesce a fotografare momenti irripetibili ed emozioni indefinibili, trasformando l’energia in benzina per questo romanzo di formazione fatto di palpiti e accelerazioni, sulle note delle musiche di Jovanotti.

Un romanzo che però inciampa su alcuni ostacoli non di poco conto. Difficile credere infatti (e questo rappresenta lo scoglio più grande) al personaggio di Maria, inspiegabilmente omofobica nonostante abbia frequentato le migliori scuole internazionali, capace di trasformarsi in pochissimi giorni da petulante ragazzina sessualmente repressa a consapevole bomba sexy. Pleonastica è poi la lunga parentesi che racconta le origini della storia d’amore di Matt e Paul tra i violenti pregiudizi della gretta provincia americana, così come stridono certe frasi convenzionali come “Tutto era così perfettamente imperfetto” talmente vaghe da essere completamente prive di senso.