IL FATTO — Parigi 13arr. Un uomo, due donne, : si incontrano, si lasciano, si innamorano, tutti in cerca di qualcosa che possa assomigliare alla felicità.
L’OPINIONE — Les Olympiades (titolo originale del film) è un complesso residenziale, zona sud-est di Parigi. Sorto agli inizi degli anni Settanta, doveva essere il luogo scelto da una generazione di giovani professionisti proiettati in un futuro multiculturale.
Anche i nomi delle torri che lo compongono, presi dalle città che avevano ospitato le edizioni dei Giochi Olimpici, erano parte di questo progetto sociale che, come spesso accade, non ha mantenuto le aspettative, se non quella di creare effettivamente un microcosmo composto variegato.
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Jacques Audiard lo sceglie per trasporvi le storie quotidiane di Adrian Tomine, fumettista americano underground con un talento speciale nel cogliere attimi e sentimenti. Come lo ha anche il regista francese, che si cimenta qui in un intreccio amoroso che è anche un triangolo culturale contemporaneo.
Audiard non ha perso il talento di emozionare con un gesto, uno sguardo, facendo esplodere passione e sentimento grazie alla forza delle immagini, in questo caso un bianco e nero raffinato e concettuale dentro cui vivono i tre protagonisti (+1), tutti bravissimi, a partire da Noémie Merlant, che dopo Ritratto della giovane in fiamme conferma il suo grande talento.
Parigi, 13Arr. è il journal intime di Émilie, Camille e Nora, prototipi di un mondo moderno e ideale, multirazziale, fluido, in cui l’amore è ancora e sempre valore, salvezza e speranza. Audiard sorprende nel regalarci un film in cui dramma e conflitto sono tappe dimenticabili nel percorso verso la felicità, raccontando la vita con semplicità, poesia e una sana tensione alla ricerca del piacere. In un mondo dove tutto sembra ormai vietato, un vero inno alla gioia di vivere ed essere liberi.
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