“RISORTO – RISEN”: LA RECENSIONE!

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Risen, Usa, 2016 Regia Kevin Reynolds Interpreti Joseph Fiennes, Tom Felton, Peter Firth, Cliff Curtis, Maria Botto Distribuzione Warner Durata 1h e 47′

In sala dal 

10 marzo

Clavio, potente tribuno militare, e il suo aiutante Lucio vengono chiamati da Pilato per indagare su ciò che è accaduto a Gesù nelle settimane seguenti la crocefissione, al fine di smentire le voci che il Messia sia risorto, placare il Sinedrio ed evitare una rivolta contro Roma a Gerusalemme. Ma più indaga su quel sepolcro vuoto, più Clavio si inoltra in un mistero cui la ragione non può dare risposta.

L’idea di Kevin Reynolds era quella di raccontare la Resurrezione di Cristo attraverso gli occhi di un non credente, una sorta di investigatore scettico e razionale che alla ricerca di un corpo perduto trasforma tutta la prima parte del film, decisamente la migliore, in un thriller. Un’idea non certo nuova, e non perché si tratti della storia di cui è protagonista il Baird Whitlock interpretato da George Clooney in Ave, Cesare! dei fratelli Coen. Risen-Risorto ci riporta dritto a L’inchiesta di Damiano Damiani che nel 1986 affidò a Keith Carradine il ruolo ora ricoperto da Joseph Fiennes. Il finale era assai diverso, ma la vicenda quasi identica. Perquisizioni, interrogatori, sopralluoghi, testimonianze, irruzioni, retate, analisi più o meno scientifiche, inseguimenti: gli elementi del poliziesco ci sono tutti, almeno fino al momento in cui Clavio si trova di fronte allo stesso Gesù (il Cliff Curtis di Rapa Nui) che ha visto morire sulla croce. Qui il film cambia passo, restando come accecato dal mistero che vuole raccontare. Certo, lo smarrimento di Fiennes è quello di un uomo testimone di un miracolo, pronto a scoprire la compassione, il perdono e la follia delle persecuzioni in nome di Dio, messaggio quanto mai attuale. Ma pur non mancando i momenti forti, Reynolds fatica a trovare il linguaggio giusto per mostrare il risveglio spirituale del protagonista e mettere in scena alcuni passi evangelici, sopraffatto da un misticismo gioioso, ma un po’ confuso.

Alessandra De Luca