“Ho fatto una cosa disgustosa, una cosa ripugnante. È stato orribile“, dice il direttore creativo della Maison Dior al centro del High and Low – John Galliano di Kevin Macdonald. Il documentario presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 racconta un artista eccentrico, inventivo, provocatorio, colto, che mescola storia, miti dell’alta moda, letteratura, cinema, arte, punk e clochard fino alle “invettive antisemite” proferite da ubriaco in un caffé e alle quali si riferisce lui stesso nella frase citata. Una delle tante di questo trascinante excursus.
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IL FATTO:
L’ascesa e la fragorosa caduta di John Galliano, uno dei più grandi artisti dell’alta moda degli ultimi 40 anni, che dai fasti della Maison Dior si è ritrovato nella polvere. Kevin McDonald indaga sulla sua vita prima e dopo l’evento che ha segnato la sua carriera.
L’OPINIONE:
Partiamo dal fatto: John Galliano fu licenziato da Maison Dior, dove ricopriva il ruolo di direttore artistico e quindi creatore delle collezioni del marchio del lusso, a seguito di una sua esternazione antisemita ai tavolini di un bar parigino, insultando dei vicini.
È da questo evento che Kevin MacDonald, regista che di documentari se ne intende, avendo vinto un Oscar con Un giorno a settembre, film che raccontava la folle strage delle Olimpiadi di Monaco del 1972, fa partire la sua indagine su una delle personalità creative più vulcaniche del mondo della moda degli ultimi quarant’anni.
Ma al di là dei successi ottenuti da Galliano in carriera, fino appunto a ricoprire una delle posizioni più importanti nell’industria del lusso, MacDonald vuole scandagliare l’uomo, con le sue fragilità, insicurezze e soprattutto la sua progressiva destrutturazione che va di pari passo con il suo eccezionale successo.
High and Low – John Galliano è una riflessione sul costo da pagare sull’altare dell’ambizione, una variazione sul tema del famoso adagio sullo stare attenti a ciò che si desidera, perché lo si potrebbe realmente ottenere. Galliano ha avuto questa fortuna e ha pagato dazio, arrivando a pensare di essere una sorta di intoccabile divinità.
L’uomo Galliano ha le sue ferite interiori, che si sono accumulate negli anni, anche se è indubbio che quello che l’ha portato nel baratro sia stata più una pecca culturale che ideologica. MacDonald descrive chiaramente un business che è fatto inevitabilmente di apparenza, in cui l’approfondimento di un qualunque argomento è strutturale solo al momento contingente, alla creazione di una campagna o nell’imporre una moda per una stagione, fagocitando e vomitando queste suggestioni semplificate nell’arco di pochi mesi.
Galliano è stato masticato da questo mostro e poi sputato, salvo poi essere in parte perdonato, dato il valore del suo enorme talento.
High and Low – John Galliano va preso non come un documentario biografico, ma come uno spaccato della società contemporanea in cui l’arricchimento culturale è visto come un intralcio alla produttività e i portatori di talento e creatività finiscono con il perdere la loro sanità e purezza sull’altare del bilancio e del successo.
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Tra i molti documentari sul mondo della moda quello certamente più affascinante, anche per il personaggio che racconta, è McQueen, genio che come Galliano era britannico, aveva studiato alla St Martins, la più importante scuola di design britannica, e proprio a Galliano era succeduto nella direzione creativa di Givenchy. Alexander McQueen si tolse alla vita a 40 anni. Galliano può ritenersi un sopravvissuto.
